27 febbraio 2017
27 febbraio 2017

11.36 Alitalia: casse vuote e rischio esuberi

Alitalia è ormai giunta al redde rationem. Dopo essere passato, nelle ultime settimane, sotto la lente d'ingrandimento degli advisor indipendenti Roland Berger e Kpmg, a partire da oggi il piano industriale sarà presentato dai vertici dell'azienda ad azionisti e stakeholder.

Il business plan sarà poi illustrato al governo - che a inizio gennaio aveva chiesto ad Alitalia "un piano dettagliato e condiviso", e poi ai sindacati. La questione più spinosa è quella degli esuberi di personale, che potrebbero salire a 2mila unità o addirittura, come si vocifera, anche fino a 4mila.

Nel corso dell'incontro con la compagnia di bandiera sul tema del rinnovo del contratto di lavoro nazionale tenutosi venerdì scorso, i sindacati hanno indicato la metà di marzo come deadline per la presentazione del piano industriale.

Dopo la prova muscolare dello sciopero del 23 febbraio scorso e al termine di una lunghissima trattativa, le parti hanno siglato un'intesa in cui si ribadisce la validità del ccnl e impegna azienda e sindacati a rinnovarlo dopo la presentazione del business plan, entro la fine di maggio. In pratica, l'accordo conserva il diritto agli scatti di anzianità bloccati dall'azienda dal primo gennaio scorso allo scopo di risparmiare sul costo del lavoro.

"L'accordo raggiunto mi sembra un importante passo avanti per ricreare un clima costruttivo utile ad affrontare le prossime settimane. Voglio ringraziare i sindacati e l’azienda a nome del governo per il segnale di responsabilità che hanno dato", ha affermato in una nota il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, su Twitter ha scritto: "E' positivo l'accordo in Alitalia per il rispetto del contratto nazionale e le tutele per i lavoratori. Ma ora occorre un vero piano industriale che rilanci la compagnia".

Anche la leader della Cgil Susanna Camusso ha espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto: "Mi pare sia un risultato positivo che è quello di aver ribadito il contratto nazionale di lavoro. Poi c'è ovviamente il tema del suo rinnovo a primavera".

Ora però il sindacato attende di conoscere "quale sia il piano industriale, il piano di investimenti, quali scelte si vogliono fare, come si qualifica la compagnia, quali servizi offre al Paese. Mi sembrano - ha sottolineato Camusso - tutte domande per le quali non è chiaro quale sia la risposta. E noi vorremmo un piano industriale che indichi una strada di sviluppo".

Intanto il tempo stringe per Alitalia. La compagnia di bandiera ha archiviato il 2016 in profondo rosso (si parla di perdite di gestione vicine ai 600 milioni) e ora i riflettori sono tutti puntati sulla situazione della liquidità e sulla cassa della compagnia, che preoccupa anche il governo, come è emerso lunedì scorso nell'incontro con i sindacati al ministero delle Infrastrutture.

"Sono problemi seri. Non si affrontano a cuor leggero. La preoccupazione c'è", ha detto chiaro e tondo il ministro Graziano Delrio, a proposito della situazione di Alitalia.

La compagnia, intanto, ha assicurato di essere in linea con l'obiettivo di arrivare a una riduzione dei costi di almeno 160 milioni nel 2017. Obiettivo che però non comprende i risparmi legati alle misure sul costo del lavoro.
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