15 aprile 2014

Verifiche fiscali. Segreto professionale

Fiscal Approfondimento N. 18-2014

E’ oramai pacifico il principio secondo il quale i vizi di illegittimità e le irregolarità concernenti gli atti presupposti e prodromici dell’attività di verifica rientrano nella giurisdizione esclusiva del giudice tributario (ancorché non espressamente menzionati nell’art. 19 del D.Lgs 546/1992) e possono essere impugnati soltanto con l'atto finale impositivo. Ma cosa succede qualora l’attività di verifica o, comunque, il procedimento di accertamento si conclude con un nulla di fatto? Il presente lavoro mira ad appurare se esistano, anche in tal caso, rimedi difensivi per il contribuente assoggettato ad un controllo che può risultare in tutto o in parte illegittimo, e quali siano tali rimedi. Si cercherà di dare una risposta al quesito, ripercorrendo una singolare vicenda, che nasce nel 2007 in seguito ad un accesso della Guardia di Finanza presso gli uffici di uno studio professionale associato, e che ha a che fare con l’acquisizione e l’esame di documenti sui quali il contribuente ha immediatamente opposto il segreto professionale; nel contempo si cercherà di fare il punto proprio sul tema del segreto professionale cercando di individuare i
casi e le circostanze in cui, per la giurisprudenza, il segreto può essere legittimamente opposto e le modalità con cui può essere legittimamene derogato.
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