9 giugno 2017

ASSEMBLEA GENERALE ORDINI: TRE DOMANDE A BERLUSCONI, DI MAIO, RICHETTI E SALVINI

Autore: Ester annetta
I pilastri su cui fondare la riforma del nostro sistema fiscale; la revisione del ruolo delle banche nel sostegno alle famiglie indebitate; la delega di attività pubbliche alle professioni ordinistiche e l’equo compenso. Sono i tre argomenti sui quali sono stati ascoltatati Silvio Berlusconi (Forza Italia), Lugi Di Maio (M5S), Matteo Richetti (Partito democratico) e Matteo Salvini (Lega Nord), nelle videointerviste proiettate nel corso dell’Assemblea Generale degli Ordini.

Semplificazione del sistema delle imposte dirette e indirette e alleggerimento dell’imposizione fiscale complessiva sono gli ingredienti della riforma fiscale secondo Berlusconi, entrambi obiettivi realizzabili attraverso la flat tax con un’aliquota unica per famiglie e imprese di poco superiore al 20%, cui vanno anche aggiunti interventi quali l’abolizione delle tasse sulla prima casa e sulla prima automobile, delle imposte su successioni o donazioni ed una complessiva riduzione della pressione fiscale in modo da lasciare più denaro nelle tasche dei cittadini e delle imprese ingenerando conseguentemente maggiori consumi ed investimenti.

Semplificazione anche per Di Maio, che ritiene tuttavia che essa passi anzitutto attraverso lo sfoltimento del numero delle leggi; la riforma fiscale deve poi smettere di adagiarsi su scudi fiscali e sanatorie e va invece affrontata agevolando il regime di adempimento collaborativo tra Stato e contribuente, creando tra essi un canale diretto ed inserendo nella Costituzione i principi fondamentali dello Statuto del contribuente.

Per Salvini l’efficienza del sistema fiscale va basata su stabilità della norma, semplicità ed equità; cardine della semplificazione è la flat tax, al 15% che peraltro favorirebbe la rimessa in circolo di una quantità enorme di denaro.
Ulteriore riduzione del carico fiscale e tributario su cittadini e imprese e semplificazione sono pure per Richetti gli strumenti di riforma del sistema fiscale; in particolare, semplificazione fino al 30% delle procedure in carico ai professionisti e realizzazione entro 5 anni di un sistema di pagamento online di tutte le imposte. Serve inoltre un ripensamento del sistema Irpef in termini di scaglioni, aliquote, detrazioni e secondo un principio non solo di semplicità, ma anche di riordino in termini di esclusione di commistioni, determinazione chiara di addizionali e livelli impositivi.

Sul tema del deficit delle famiglie e dell’intervento delle banche, la necessità del recupero del ruolo di queste ultime ed il loro sostegno nelle vicende debitorie è convinzione di tutti gli esponenti politici intervistati.

Per Berlusconi, è giusto che le banche facciano la loro parte per sostenere le famiglie e le imprese che si trovano in condizioni difficili; si potrebbe lavorare sulla dilazione dei pagamenti con l’applicazione di un tasso di interesse più basso così da consentire, da un lato, la maggiore accessibilità delle rate e, dall’altro, il mantenimento del capitale per le banche in un’ottica di medio-lungo periodo. Si potrebbe anche consentire ai fondi pensione e alle casse di previdenza degli Ordini di acquisire i crediti deteriorati delle banche impedendo che finiscano in mani straniere.
Per Di Maio rendere sostenibile il debito delle famiglie italiane nei confronti delle banche e degli intermediari finanziari presuppone che l’economia riparta, e per ciò lo Stato deve investire nei settori del futuro (turismo, energie rinnovabili e ristrutturazione energetica dell’edilizia pubblica e privata, che possono creare numerosi posti di lavoro). Bisogna poi dotare le banche strumenti per recuperare esse stesse i crediti in maniera paziente e continuativa, impedendo di esternalizzare il debito e svenderlo in blocco. Solo così si possono irrobustire i bilanci degli istituti bancari nazionali senza dover svendere agli speculatori.
Salvini invoca semplicità ed equità anche nell'accesso al credito: “Non è possibile che un consumatore o un professionista vada in giro con l’enciclopedia per capire come funziona il sistema bancario!” Le banche devono recuperare il loro ruolo ed a tal fine un valido strumento è rappresentato dal saldo e stralcio vero di tutti i debiti e di tutte le sofferenze che altrimenti sarebbero irrecuperabili.
Per Richetti le difficoltà debitorie delle famiglie possono essere sanate anche col ricorso a strumenti di credito non bancario per finanziare le imprese, quali i PIR, i piani individuali di risparmio. Bisogna tuttavia evitare che il credito che è sofferenza per la banca, la famiglia, le imprese diventi una grande opportunità di speculazione perché può essere aggredito nel momento in cui la banca è obbligata a metterlo a svalutazione di bilancio. Per tale ragione il PD ha dato vita al fondo Atlante: “è questo il motivo per cui stiamo cercando di mettere in sicurezza il percorso che quel credito, che deve essere recuperato, deve conoscere, deve essere messo in cambio in termini di sicurezza” Tuttavia non c'è dubbio che una delle priorità è quella di far sì che le banche tornino a fare il loro mestiere.
Sulla delega al Governo per individuare attività pubbliche che possano essere svolte dalle professioni ordinistiche, e l’equo compenso, favore assoluto di tutti. Valida l’attribuzione di funzioni delegate dalla PA ai professionisti e necessaria la tutela del lavoro intellettuale attraverso l’introduzione dell’equo compenso, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento ed a garanzia della qualità del servizio e delle prestazioni, onde evitarne lo svilimento. Inoltre per Richetti è pure necessario che il riconoscimento dell’equo compenso non crei, al contrario, nuove barriere di ingresso in termini di opportunità professionale ai professionisti più giovani.
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