21 marzo 2017

COMMERCIALISTI, CRESCONO I CONTROLLI SU DOMINUS E TIROCINANTI

Un questionario per monitorare le attività svolte dai praticanti e per verificare il reale rispetto delle norme deontologiche da parte del tutor

Roma, 20 marzo 2017 - Un questionario da sottoporre ai tirocinanti per rafforzare i controlli sulle attività da loro svolte e per verificare con maggiore puntualità il reale rispetto delle norme deontologiche da parte del dominus. La novità, introdotta dal Consiglio nazionale dei commercialisti, viene annunciata nella Nota informativa 14/2017 inviata agli Ordini territoriali della categoria. Il questionario si aggiunge a strumenti di controllo e verifica già esistenti, quali i colloqui periodici con gli stessi tirocinanti e la verifica semestrale del loro libretto.

“Nell’ambito dei controlli che il Consiglio dell’Ordine è chiamato ad effettuare – si legge nella Nota - il colloquio periodico anche a campione con il tirocinante - pur rappresentando, accanto alla verifica semestrale del libretto del tirocinio - solo una delle modalità attraverso la quale la vigilanza può essere effettuata, appare indubbiamente lo strumento di controllo più efficace”. Secondo il Consiglio nazionale il colloquio “non solo permette di accertare in concreto la veridicità delle indicazioni obbligatorie nel libretto ai fini della verifica dell’attività svolta dal tirocinante, ma può essere anche occasione per verificare il rispetto delle norme del Codice deontologico da parte sia dei tirocinanti, ai quali le norme deontologiche si applicano in quanto compatibili, sia dei professionisti che svolgono la funzione di dominus”. Proprio a proposito dei dominus, la Nota informativa ricorda come “il Codice deontologico prevede una serie di doveri ben precisi finalizzati a rendere effettive le potenzialità offerte dall’esperienza di praticantato, in particolare con gli articoli 35 e 37”.

Il questionario inviato agli Ordini territoriali, che dovranno a loro volta sottoporlo ai tirocinanti, punta a rendere i controlli in questo ambito ancora più stringenti. Oltre a illustrare i contenuti obbligatori del libretto, prevede anche l’acquisizione di informazioni relative ai comportamenti tenuti dal dominus, sia per ciò che riguarda l’aspetto organizzativo del tirocinio, sia per quel che riguarda il suo trattamento economico. Sette le domande alle quali i tirocinanti dovranno rispondere per render noto se sono effettivamente ammessi quale uditori alla trattazione delle pratiche con i clienti e con i terzi, se gli è consentito di svolgere, contestualmente al tirocinio, gli studi universitari specialistici o magistrali conformemente alle indicazioni fornite dal Consiglio Nazionale, se gli vengono affidati solo compiti meramente esecutivi, se gli è consentito di partecipare a convegni e corsi di formazione professionale, se hanno ricevuto copia del codice deontologico, se gli stato è riservato un idoneo ambiente di lavoro e, infine, se gli è riconosciuto un compenso o un rimborso spese. Le informazioni acquisite dovranno essere verificate, nel caso emergessero profili di non conformità alle regole deontologiche, tramite riscontro con il dominus. Nel caso poi in cui - all’esito della verifica con quest’ultimo - dovessero essere confermate situazioni di criticità, vi sarà la necessità da parte del Consiglio dell’Ordine di trasmettere la segnalazione al Consiglio di Disciplina il quale potrà valutare i comportamenti del dominus anche alla luce del Codice delle sanzioni (in particolare, l’articolo 24), le cui norme sono entrate in vigore lo scorso 1° gennaio.

“Il rafforzamento dei controlli sulle modalità di svolgimento del tirocinio e sul rispetto da parte del dominus delle norme deontologiche – spiegano i consiglieri nazionali Giorgio Luchetta e Sandro Santi, delegati rispettivamente proprio alla Deontologia e al Tirocinio – nasce dalla volontà del Consiglio nazionale di verificare la puntuale applicazione del codice deontologico e di quello delle sanzioni, ma anche dalla necessità, da noi fortemente avvertita, di tutelare sempre più i giovani, futuri colleghi, che vanno messi nelle condizioni migliori per conoscere i loro doveri e i loro diritti. Tanto più in una fase in cui proprio presso le nuove generazioni la nostra professione mostra chiari segni di perdita di appeal”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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