18 aprile 2018

Detrazioni per carichi di famiglia vanificati dall'incapienza

Autore: Ester Annetta
Un’analisi compiuta dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti, mediante elaborazione dei dati del Dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 e nel 2016, ha accertato che in Italia sono 7,73 milioni i contribuenti a vario titolo “incapienti”, per tali intendendosi, genericamente, sia i soggetti con un reddito imponibile lordo che rientra nella no tax area sia coloro per i quali i benefici delle detrazioni sono inesistenti, perché ad essi non corrisponde un’imposta lorda abbastanza ampia su cui farli valere.

Quanto ai primi, si ricorda che la no tax area, istituita con la Legge finanziaria 2003 (art. 2 L. 27 dicembre n. 289) a tutela delle fasce più deboli della popolazione, indica il livello di reddito che è escluso dalla tassazione. In principio, la determinazione della soglia di esenzione IRPEF prevedeva delle deduzioni dal reddito complessivo (i cui importi erano i seguenti: 3.000€ per tutti i contribuenti + 4.500€ per i dipendenti e assimilati; 4.000€ per i pensionati; 1.500€ per i lavoratori autonomi o di impresa minore). Dal 2007, la no tax area è stata rivisitata e le deduzioni da lavoro dipendente, autonomo e pensione sono state trasformate in detrazioni d’imposta e combinate con le detrazioni per i familiari a carico (le attuali soglie sono, a seconda del tipo di reddito percepito: 8.000 euro per i lavoratori dipendenti; 8124 euro - importo così rideterminato dalla Legge di Bilancio 2018, a partire dal 1° gennaio del 2018, rispetto al precedente importo di 7750 euro - per i pensionati under e over 75 anni; 4.800 euro per i lavoratori autonomi).

La seconda categoria di incapienti riguarda, invece, tutti quei casi in cui il contribuente ha diritto a detrazioni d'imposta (spese sanitarie, altre spese deducibili, detrazioni per familiari a carico, per spese ristrutturazione) ma non deve pagare imposte e, pertanto, si trova nella paradossale condizione di non poter sfruttare la detrazione fiscale totalmente o in parte.

L’analisi condotta dalla FNC ha, specialmente, evidenziato che, dei suindicati 7,73 milioni di contribuenti incapienti, più di tre milioni non riescono a beneficiare, in tutto o in parte, delle detrazioni previste dalle norme fiscali per i carichi di famiglia.

Ancor più nel dettaglio, i contribuenti italiani che, per “incapienza” dell'imposta, non sfruttano affatto alcuna detrazione Irpef per oneri, spese nè familiari a carico sono circa 750mila, dei quali 72mila con coniuge e due figli a carico e 101mila con tre o più figli a carico.

Sono invece 2,36 milioni i contribuenti “incapienti” che non usufruiscono di alcuna detrazione Irpef per spese ed oneri, e riescono tuttavia a sfruttare - ma solo in maniera parziale - quelle previste per i familiari a carico. Tra questi, quelli con due figli a carico sono 384mila e 466.000 quelli con tre o più figli a carico.

Infine, i restanti 4,61 milioni di “incapienti” sono quelli che riescono invece a sfruttare per intero le detrazioni per carichi di famiglia e quelle collegate alla tipologia del loro reddito da lavoro dipendente, pensione o lavoro autonomo, limitando la loro “incapienza” a parte delle detrazioni spettanti per oneri e spese.

Il commento espresso dal Presidente del Consiglio nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti Contabili, Massimo Miani, ha rimarcato che, se da una parte, ancora quest’anno, la campagna della dichiarazione dei redditi, avviata con la messa a disposizione dei dati per la “precompilata”, vede nuove detrazioni per oneri e spese che si affiancano alle numerose già esistenti, dall’altra, il fattore “incapienti” e “carichi di famiglia” non è stato affrontato: “è logico che le detrazioni per redditi di lavoro abbiano al massimo il compito di azzerare l’imposta dovuta, così come è ragionevole che le detrazioni per oneri e spese facciano altrettanto”; ma una riflessione si rende però necessaria – ancora secondo Miani – riguardo ai carichi di famiglia: “per questo tipo di situazione l’“incapienza” non appare né logica né ragionevole e forse sarebbe opportuno concentrare e rafforzare l’aiuto al “fattore famiglia” sul versante dei trasferimenti, come per il meccanismo degli assegni al nucleo familiare, piuttosto che su quello delle detrazioni d’imposta”.
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