23 aprile 2018

Le sorti del 5 per mille in uno studio della FNC

Autore: Ester Annetta
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha divulgato i risultati di un’analisi compiuta sulle scelte dei contribuenti nella dichiarazione dei redditi 2016 circa la destinazione del 5 per mille dell’Irpef indicata nella dichiarazione dei redditi.

Da quanto è emerso, Enti di volontariato e di ricerca, società sportive dilettantistiche e Comuni sono i principali beneficiari, con una netta marcatura a favore delle regioni del Centro Nord, con l’89% del totale, contro un residuo 11% destinato al Sud. Le sole regioni Lombardia e Lazio insieme, inoltre, assorbono il 56,3% del totale delle risorse.
Più nello specifico, nel 2016, sono stati complessivamente 14.114.642 gli italiani che hanno scelto di devolvere una quota del 5 per mille dell’Irpef a 54.996 destinatari totali tra enti del terzo settore e comuni, per un ammontare di quasi 500 milioni di euro (per l’esattezza 491.636.307 euro).
Di tale importo, il 64% del totale (e cioè 314.689.624 Euro) è stato assorbito dagli enti di volontariato, in particolare Emergency, Medici senza frontiere e Comitato italiano per l’Unicef, con una media di 7.985 euro a testa; il 30,3% (per un totale di 149.125.605 euro, con una media di 298.849 euro a testa), da quelli di ricerca scientifica e/o sanitaria, quali le associazioni per la ricerca sul cancro. Da notare che si tratta di enti ed associazioni che hanno tutti sede al Centro Nord, tra Lombardia, Piemonte e Lazio.
Il residuo 5,7% del totale è stato destinato ai Comuni ed alle Associazioni Sportive Dilettantistiche; tra queste ultime, la posizione di vertice è stata acquisita da tre enti risiedenti al Sud, nello specifico, in Campania, Calabria e Sicilia.

Il raffronto in percentuale rispetto ai dati registrati nell’anno d’imposta 2015 evidenzia una generale tendenza all’aumento delle scelte dei contribuenti italiani di donare il 5 per mille a favore di enti no profit, con un 1,9% in più; una crescita ancora maggiore si è avuta riguardo alle Associazioni Sportive Dilettantistiche, con un 11% di devoluzioni in più, mentre per gli enti della ricerca scientifica/sanitaria l’aumento è stato del +3,3% e del +1,3% soltanto per gli enti di volontariato.
Per contro, è diminuita del 2,9% la devoluzione a favore dei Comuni.

Quanto alle statistiche regionali, in vetta alla classifica c’è la Lombardia (36,9% del totale), seguita da Lazio (19,4%), Emilia Romagna (6,5%), Piemonte (6,4%) e Veneto (5,6%); le province con le percentuali maggiori sono risultate: Milano, che copre quasi un terzo del totale (29,6%), seguita da Roma (18,8%), Torino (4,6%), Genova (3,4%) e Bologna (2,4%). Tra i comuni, invece, Roma supera Milano e Torino, mentre al settimo posto si inserisce tra i capoluoghi di provincia Valdagno (Vicenza).

Lo studio della Fondazione evidenzia, inoltre, che la distribuzione delle somme raccolte col 5 per mille tra i vari enti è abbastanza disomogenea, poiché i primi 127 enti in classifica assorbono il 50% del totale assegnato, mentre solo 323 enti superano i 100 mila euro; seguono 3.321 enti che raccolgono meno di 100 euro e ben 22.097 enti che raccolgono non più di 1.000 euro a testa.
Restano fuori, inoltre, 1.957 enti, che, benché regolarmente iscritti nell’elenco dei possibili beneficiari pubblicato annualmente dall’Agenzia delle Entrate, non hanno ricevuto alcuna scelta per il 5 per mille.

Gli esiti dello studio elaborato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti dimostrano, secondo il Presidente del CNDCEC, Massimo Miani, “come il 5 per mille sia un importante strumento di finanziamento del volontariato e della ricerca in Italia” e, ciò, tuttavia, testimonia altresì la necessità che il sistema sia efficientato e che sia data maggiore fiducia ai contribuenti “attraverso la trasparenza, che in definitiva poggia sul miglioramento della rendicontazione economico-finanziaria delle attività degli enti.” Di conseguenza ha ribadito l’importanza del ruolo dei Commercialisti, impegnati quotidianamente nella consulenza economico - contabile e fiscale dei detti enti, aggiungendo che la appena definita Riforma del Terzo Settore potrà funzionare come valido strumento per rafforzare l’efficacia sia di tale ruolo professionale che dello stesso sistema devolutivo del 5 per mille.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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