5 agosto 2017

RIFORMA DEL TERZO SETTORE: L’INFORMATIVA CNDCEC/FNC ALL’INDOMANI DELLA PUBBLICAZIONE DEL CODICE

Autore: Ester annetta
La L. 6 giugno 2016, n. 106, contenente “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale”, ha rimesso – com’è noto - ai decreti attuativi il compito di realizzare in concreto la riforma, definendone i contenuti sostanziali.
Il lungo iter che ne è scaturito ha portato all’emanazione di tre Decreti, l’ultimo dei quali, contenente il “Codice del Terzo Settore” è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 2 agosto. Si è così definito un quadro che ha disciplinato gli aspetti fondamentali della materia (i primi due decreti si riferivano, si ricorda, alla revisione della disciplina in materia di impresa sociale ed alla regolamentazione del 5 per mille) ed al quale i Commercialisti hanno contribuito in maniera costante e fattiva sin dall’epoca dell’emanazione della legge 106/2016. Si ricordano in proposito i vari documenti elaborati dal CNDCEC, in particolare le “Osservazioni del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per la Predisposizione dei Decreti Attuativi della Riforma del Terzo Settore” dello scorso novembre 2016 e le “Osservazioni e proposte di modifica allo Schema di decreto legislativo recante codice del Terzo settore (A.G. 417) ed allo Schema di decreto legislativo recante revisione della disciplina in materia di impresa sociale (A.G. 418)” dello scorso giugno 2017.
All’indomani della pubblicazione dell’ultimo Decreto, ancora una volta il Consiglio Nazionale offre il proprio contributo, pubblicando il documento “Riforma del Terzo Settore” elaborato dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti come suo braccio scientifico e divulgato a mezzo dell’informativa periodica della stessa FNC.
Il coinvolgimento dei commercialisti nella riforma del terzo settore risponde ad un duplice interesse: quello diretto, derivante dall’ampio impegno e ruolo da essi svolto nel settore del no profit quali professionisti veri e propri; quello indiretto, di contribuire ad un riordino di una normativa spesso confusa.
Tramite i tre decreti legislativi attuativi della riforma si è agito lungo diverse direttive; dal riordino normativo, appunto, alla costituzione del Registro unico nazionale del Terzo Settore; dalla creazione di sistemi di amministrazione e di controllo interno più standardizzati e professionalizzanti, oltre che la previsione della revisione legale dei conti in caso di superamento di determinati parametri dimensionali, alla definizione di un sistema tributario agevolativo e fino alla disciplina delle operazioni straordinarie tra enti, in particolare le trasformazioni e le fusioni (nuovo art. 42-bis del codice civile).
In considerazione del tempo ancora residuo prima dell’entrata in vigore della nuova normativa - prevista per il prossimo 1 gennaio 2018 – il documento dei Commercialisti si pone l’obiettivo di fornire approfondimenti e linee guida che possano agevolare l’interpretazione e l’applicazione delle nuove norme, in particolare quelle relative al periodo transitorio prima della loro entrata in vigore.
Grazie al contributo di ricercatori ed esperti del settore, il documento tratta le tematiche di più immediata evidenza: Gli enti del terzo settore ed il regime tributario; La rendicontazione ed il controllo; La nuova fiscalità degli enti del terzo settore; L’inquadramento fiscale dell’ente del terzo settore e la verifica della natura non commerciale; Le agevolazioni relative alle imposte indirette ed ai tributi locali; Le scritture contabili: obblighi fiscali; I nuovi incentivi alle erogazioni a favore degli enti del terzo settore.
L’informativa inviata dal FNC precisa altresì che tra gli impegni del CNDCEC preventivati sul tema della riforma per il prossimo settembre, vi sono quelli della elaborazione di un documento di ausilio operativo all’applicazione delle novità normative, da destinarsi ai professionisti ed agli altri operatori del settore no profit; un’analisi approfondita del testo del Codice finalizzata a formulare eventuali richieste di correttivi al legislatore; e la predisposizione di uno schema di seminario sulla riforma sulla base del quale gli Ordini potranno predisporre incontri informativi e formativi
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