L’annosa vicenda Sopaf - iniziata nel 2013 con il concordato preventivo conseguente al suo crac, dopo che era emerso il ruolo avuto nella vicenda della truffa realizzata con l’acquisto da parte dell’Inpgi di quote del Fondo immobili pubblici (Fip) - ha avuto la sua definizione con la sentenza pronunciata lo scorso 17 giugno dal Tribunale di Milano, presieduto da Flores Tanga.
Il Tribunale ha condannato complessivamente per i reati di bancarotta, di appropriazione indebita e di corruzione – escludendo invece quello di associazione a delinquere - sei dei dieci imputati (tra cui Giorgio e Aldo Magnoni, due dei fratelli cui faceva capo la società, e Andrea Toschi, amministratore della società controllata Adenium, nonché fratello del comandante generale della Guardia di Finanza); tra gli assolti, il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese con la motivazione “perché il fatto non sussite”.
Nella vicenda, peraltro, si era costituita parte civile la Cassa nazionale di previdenza ed assistenza dei ragionieri e periti commerciali, il cui ex presidente Paolo Saltarelli era già stato condannato per corruzione a 4 anni e 8 mesi, lo scorso ottobre, in un altro filone dell’inchiesta.
La sentenza ha pertanto riconosciuto alla Cassa due provvisionali di dieci milioni di euro ciascuna a carico di Andrea Toschi (condannato a 5 anni di reclusione), all’ex direttore finanziario Alberto Ciaperoni (condannato a 4 anni) e Gianluca Selvi (condannato a 6 anni) in solido tra loro - l’una - e degli stessi unitamente a Fabrizio Carracoi (condannato a 3 anni e mezzo) pure in solido tra loro - l’altra -, relativamente alle vicende Harrington e Agate collegate alla medesima inchiesta.
Un risultato di rilievo, sottolineato dal legale dell'Ente previdenziale, Avv. Alessandro Diddi.
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