23 novembre 2015
23 novembre 2015

15:20 - Sindacati, bene decreto salva-banche ma ora massima trasparenza

Piace ai sindacati il decreto 'salva banche', approvato dal Cdm, che mette in sicurezza Banca delle Marche, Banca Etruria e del Lazio, Carichieti, e CariFerrara.

“Il mio giudizio non può che essere favorevole. Nei prossimi giorni entreremo nel merito del decreto anche attraverso un elaborato del nostro Ufficio studi", dice il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, che ora chiede "massima trasparenza , sia nei confronti della clientela che dell'opinione pubblica". La Uilca nei giorni scorsi aveva chiesto al presidente del Consiglio Renzi e al ministro dell’Economia Padoan "di battere un colpo". E ora, afferma Masi, "in pratica la nostra richiesta di un intervento governativo urgente è stata accolta, anche se avremmo preferito l'apertura di un tavolo politico con il governo". “Ora i risparmiatori, la clientela, il tessuto sociale, le lavoratrici e i lavoratori delle banche interessate - continua Masi - possono stare più tranquilli, infatti si è scongiurato il rischio del bail in nel nostro Paese. Da oggi, però, deve partire un'ondata moralizzatrice sulla conduzione delle banche italiane. Vogliamo che i colpevoli dei dissesti siano perseguiti e che la trasparenza sia massima, sia nei confronti della clientela che dell'opinione pubblica. Devono essere resi noti i compensi di tutto il top management, le spese di consulenze, le spese inutili e accendere un faro sulla loro gestione creditizia, affinché questi casi non si ripetano mai più”.

Positivo anche il commento di Giulio Romani, segretario generale First Cisl che sottolinea "la tempestività con cui i commissari straordinari delle quattro banche hanno garantito la continuità di tutti i rapporti di lavoro nelle 'bridge bank': una scelta di buon senso, che riconosce come lo spirito di abnegazione, quotidianamente dimostrato dai lavoratori, abbia scongiurato fenomeni di fuga di clienti che avrebbero prodotto conseguenze facilmente immaginabili".

"Giova inoltre ricordare come i lavoratori, sottoponendosi a sacrifici economici, abbiano concretamente contribuito alla riduzione dei costi operativi a fronte di situazioni gravissime prodotte dalle amministrazioni succedutesi nel tempo", sottolinea. "Il personale che collaborerà con l'unica bad bank creata, pur essendo alle dipendenze delle quattro good bank, potrà contribuire a realizzare un valore maggiore rispetto a quello delle attività deteriorate conferite", osserva. "Su questo punto - aggiunge Romani - sarà necessario che le Autorità facciano chiarezza. Infatti, non essendo stati utilizzati soldi pubblici per le risoluzioni delle crisi, sarebbe opportuno che, in caso di complessivi maggiori realizzi, venisse previsto un rimborso parziale per i detentori di obbligazioni subordinate e di azioni che, attraverso l'azzeramento dei relativi valori, hanno consentito la notevole riduzione dei bad loans conferiti nella bad bank".

“Apprezzamento per il provvedimento emanato dal Consiglio dei ministri” viene espresso anche dal segretario generale di Unisin, Emilio Contrasto. "Il provvedimento, per come precisato anche dalla nota del governo, consente di mettere in sicurezza le banche e la loro clientela -aggiunge Contrasto- e di affrontare la difficile situazione in cui si trovano dando continuità all’attività creditizia, ai rapporti di lavoro e tutelando i correntisti senza ricorrere al bail in e utilizzando invece il cosiddetto 'fondo di risoluzione' direttamente finanziato dal settore bancario italiano. In sostanza, ancora una volta, il sistema interviene e mette in sicurezza banche che si trovano in difficoltà, senza chiedere un euro alla collettività”. "Ci auguriamo che queste importanti novità -aggiunge il segretario Unisin CariChieti, Francesco Di Domizio - possano contribuire a raggiungere un accordo che ci consenta di limitare il più possibile le ricadute delle procedure avviate dalla banca, in merito alla riduzione del personale e del costo del lavoro”.

“Consideriamo positivo l’intervento del governo, oltre a quello d’Intesa, Unicredit e Ubi, per risolvere l’impasse delle quattro banche in crisi: Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti". Così Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato dei lavoratori bancari commenta il cosiddetto decreto 'salva-banche'. "Ai nuovi amministratori degli istituti, designati oggi dalla Banca d’Italia, chiediamo di non imporre ulteriori sacrifici ai dipendenti -aggiunge Sileoni- e che le banche in questione non vengano utilizzate come dei 'laboratori' in cui sperimentare forme di deroghe al contratto nazionale, che noi non accetteremo e contrasteremo con tutti i mezzi”. “Ricordiamo, infatti, che i lavoratori si stanno già facendo carico da tempo del risanamento degli istituti con le giornate di solidarietà e i prepensionamenti, negoziati su base volontaria e incentivata grazie agli accordi con i sindacati aziendali", avverte Sileoni.
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