12 agosto 2017

CERTEZZA DEL DIRITTO IN FERIE:NON CI RESTA CHE RIDERE/PIANGERE O......

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,
ditemi voi, che devo fare? Ridere? Piangere? Urlare? (Ah già, no, urlare no… sia mai che si “alzi la voce”).

E’ l’11 agosto, e dopo pagine e pagine di articoli già pubblicati, dopo mesi di sudore e fatica di noi professionisti, notti insonni e ansia a mille, in che condizione ci troviamo? La questione che ci tormenta è sempre quella, quando esattamente sono scaduti o scadranno i termini di versamento di Redditi 2017? Certo, c’è la proroga, ma siamo poi sicuri? Ripercorriamo la breve storia buffa di questa fantomatica proroga: dapprima la proroga c’è (voci di corridoio). Poi, no, la proroga non c’è, o meglio c’è a non per tutti (comunicato stampa). Poi ancora la proroga, c’è, e davvero non riguarda i professionisti e spariscono anche i redditi di partecipazione (primo DPCM). A seguire… no, era uno scherzetto. La proroga c’è e riguarda tutti i titolari di partita IVA. Anzi, tutti i titolari di partita IVA e i redditi di partecipazione (forse – beh – no - sì. Certo che sì, altrimenti che senso ha? E siamo al secondo comunicato stampa). Va bene, ci facciamo bastare il secondo comunicato stampa, quindi lodato sia il 21 agosto che magari se ci diamo dentro entro la notte del 15 agosto finiamo e possiamo persino fare due o tre giorni di riposo.

E adesso? A che punto siamo? Siamo all’11 agosto ed ancora il DPCM (che corregge il DMPC che ha modificato il primo comunicato stampa ma che poi è stato corretto con il secondo comunicato stampa… ditemi se non siamo alla commedia buffa) NON C’E’? E’ proprio così, in Gazzetta il DPCM non c’è. Abbiamo un DPCM… fantasma.

Quindi, ad oggi, visto che NOI (sciocchini che siamo) pensiamo che sia ancora necessario rispettare la LEGGE e non le CHIACCHERE, ad oggi siamo in questa situazione: le tasse, per farla semplice, scadevano al massimo entro il 31 luglio.

(Quaranta minuti di applausi)

Bene, è rassicurante constatare come nulla cambi mai in Italia. Ogni qualvolta si mette mano ad una qualsiasi norma c’è questo confortante senso di casa, questa atmosfera familiare. E’ quasi una ‘coccola’ il sapere che come sempre viaggiamo al buio, che ci beviamo tutte le belle parolone e poi restiamo sempre fregati. Ma noi, lo sappiamo, perché lo abbiamo già vissuto mille volte, il DPCM arriverà sicuramente (prima o poi). In un ritardo VERGOGNOSO, ma arriverà. E ne siamo oltremodo certi non tanto per il comunicato stampa o perché è un atto dovuto verso le migliaia di piccoli professionisti che su questo DPCM hanno strutturato le ultime due settimane di lavoro, quanto, piuttosto, perché questa proroga serve a LORO. Sì, loro, avete capito bene quanto me, a LORO, i BIG. Quelli con le aziende mega, quelli che si sono ‘incartati’ (per una volta hanno provato la nostra stessa ebrezza) con l’ACE, quelli che si sono trovati per una volta nelle condizioni in cui ci troviamo noi sempre, ovvero lavorare senza nessuna certezza. Quelli che (probabilmente) godono di canali privilegiati e sanno già (prima dei “poveri cristi”) se e come le proroghe arriveranno. Quelli che (probabilmente) oggi dovrebbero tuonare contro questo ennesimo schiaffo, questa ennesima presa in giro, e invece se ne stanno buoni buoni. D’altra parte, cari amici, LORO mica possono permettersi di far notare lo scempio compiuto da chi ci dovrebbe amministrare? E dove la mettiamo poi la correttezza istituzionale? Che fine farebbe la compliance (ma sì, va tanto di moda… usiamo questo termine anche noi).

Quindi, stiamo calmi. Avremo la nostra proroga. Magari arriva a minuti, magari postuma, ma tanto #chissenefrega. Siamo in Italia, le leggi non esistono, qui vale solo il “stai tranquillo, siamo tutti amici”.

Piuttosto, cominciate a lavorare sulla Comunicazione Dati Fatture. Questo sì che è un delirio. Questo sì che è uno schiaffone clamoroso non solo alle norme ma alla logica stessa. Questo sì che ci farà fare ore e ore di lavoro assolutamente inutile e… indovinate un po’? Al buio! Già, perché, tanto per anticiparvi una chicca, non esistono moduli di controllo (salvo quelli “costruiti a tavolino” da qualche software house misericordiosa, cercando di interpretare le specifiche del tracciato telematico), e se qualcosa di sbagliato c’è, verrà rifiutata l’intera fornitura.

Come dite? Adesso sì che vi è salita l’ansia? Mi dispiace, cari amici, questo è quanto e ne parleremo più approfonditamente nelle giornate a seguire. Ah, mi raccomando però… shhhh… abbassate la voce, che poi rischiamo di rovinare l’atmosfera idilliaca. Sia mai.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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