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QUANDO LA PAZIENZA DIVENTA RABBIA

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
sono passati quattro mesi dall'entrata in vigore di diversi provvedimenti, già operativi dal primo gennaio, ed ancora per molti di essi si brancola nel buio.

La cattiva abitudine di varare “al buio” provvedimenti che introducono o modificano gli adempimenti è oramai un classico degli ultimi decenni, con la conseguenza di dover applicare norme e veder poi comparire, anche dopo mesi, circolari dalle quali apprendere, tra una parola e l'altra, che forse non si è lavorato nel modo corretto.

Il riferimento è - per essere concreti -- al nuovo regime semplificato, obbligatorio dal primo gennaio, che ha radicalmente cambiato il metodo di determinazione del reddito. Modifiche enormi sono state introdotte e, cosa più grave, sono sparite le rimanenze finali, con l'inevitabile risultato di conseguire perdite nel 2017 e, a partire dagli anni successivi, redditi elevati.

Nel contempo tanti dubbi ci tormentano, viste le tante, troppe situazioni in cui non si sa come operare. O meglio, si sa, ma il risultato è insensato, aberrante oserei dire, e il tutto nella più totale mancanza di chiarimenti. Qualche settimana fa abbiamo appreso che (forse!) in aprile arriverà la tanto sospirata circolare, che dovrebbe (con calma eh?) chiarire aspetti delicatissimi, ad esempio, una volta per tutte, la questione delle rimanenze ed una eventuale riportabilità a nuovo della perdita 2017. Si tratta di aspetti decisivi, per valutare CONSAPEVOLMENTE se optare per la contabilità ordinaria per evitare l'abominio fiscal-contabile derivante dal perdere il costo del magazzino grazie alla nuova gestione dei semplificati.

Bene, allora io mi chiedo, e vi chiedo: è mai possibile sopportare l'introduzione di nuove norme con questo metodo, alla cieca, alla “indovina indovinello”, aspettando che qualcuno, prima o poi, si degni di fornire i chiarimenti che dovevano intervenire prima, MOLTO prima?
Ma vi sembra possibile che, ad oggi, non si sappia ancora cosa rispondere ai clienti, i quali quasi non ci credono (e probabilmente iniziano anche a dubitare seriamente delle nostre capacità di consigliarli?).

In un Paese normale, democratico, nel quale le persone investite di ruoli di responsabilità dovrebbero esserlo per meriti e preparazione, cose di questo genere non dovrebbero proprio esistere.
E invece, su questa, così come su altre situazioni analoghe, poche, pochissime voci si sono levate. Tutti tranquilli, tutti contenti, davanti ad una situazione assurda, vergognosa, inconcepibile.

Parliamo... oh sì. Si parla, si parla tanto, ma viene da chiedersi: DI COSA? Quanta pazienza dobbiamo ancora avere di fronte al silenzio assordante su una follia come questa? Tre mesi son passati, e ancora non abbiamo i chiarimenti alla norma. Anzi, oserei dire, non abbiamo la norma. Abbiamo una “cosa” buttata lì, dalle conseguenze esplosive, e niente. Non succede niente. Nessuno dice niente. Viene da pensare che chi parla, chi dovrebbe parlare anche per noi, non sappia nemmeno cosa sia una contabilità semplificata. Sarà forse che gli incarichi e consulenze che assumono hanno fatto loro perdere il senso della realtà?

Ora, io credo che di persone che parlano senza avere idea di che dicano ne abbiamo già tante. Troppe. I politici non ci mancano, ma non credo sia opportuno imitarli. E per cortesia, rispetto, certo. Toni pacati, perché no. Ma I RISULTATI DOVE SONO?

Se dialogare significa mendicare e talvolta nemmeno così ottenere quello che è un DIRITTO, io credo che siamo sulla strada sbagliata. E, tanto per capirci, non lo credo solo io. Siamo tanti, siamo stufi di sentirci presi in giro.

Non è più questione di punti di vista. Non è più questione di carattere più o meno paziente. Non è più questione di dialogo.

È questione di rispetto. Quello che è dovuto a NOI. E se non lo avere ancora capito, ve lo faremo capire, perché a tutto, anche alla pazienza, c'è limite.
Mi piace chiudere con la seguente citazione.... “La pazienza messa troppe volte alla prova diventa rabbia”. (Publilio Siro)
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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