L’attuazione del Pnrr porterà alla produzione di una domanda aggiuntiva di lavoro di 375mila occupati, per il 79% nel settore privato. Nel 2025, anno di picco, da edilizia e ingegneria specializzata si attente l’attivazione di 95.600 occupati, il 10% dello stock pre-pandemico. La domanda supererà i livelli degli anni precedenti alla crisi portata dal Covid-19 anche nel settore ricerca e sviluppo e nella produzione di computer, elettronica e ottica. I dati, emersi da un paper della Banca d’Italia che analizza l’effetto sul mercato del lavoro degli investimenti legati al Pnrr, non considera tuttavia i settori di sanità e istruzione, a causa di un elevato grado di incertezza. Quanto ai profili ricercati, si assiste a una polarizzazione: prevale, infatti, la ricerca di lavoratori con alte competenze analitiche, e cioè di personale altamente qualificato e specializzato. In molti casi, tuttavia, mancherebbero le competenze richiese, spingendo all’esigenza di politiche di formazione mirate, anche per facilitare il reimpiego dei disoccupati.
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