22 giugno 2019
22 giugno 2019

Caro Direttore ...

Dopo 15 anni oggi chiudo la mia partita IVA. 15 anni di sacrifici, rinunce che per una donna si amplificano inverosimilmente. Quando io e la mia collega abbiamo deciso di intraprendere l avventura della libera professione ero motivata, entusiasta, pronta a mille sacrifici pur di riuscire. E per me in quegli anni significava guadagnarmi la fiducia dei miei clienti, fare il mio lavoro per bene.

Il lavoro diveniva particolarmente gratificante quando partecipavo ai sogni di un cliente che investiva in un progetto tutte le sue energie. Ma ben presto lo scenario è cambiato, la crisi ha messo in ginocchio i miei clienti, per lo più piccoli artigiani, gli adempimenti crescevano a dismisura: l’antiriciclaggio, la privacy ecc.

Ma in un piccolo studio non si riesce a fare tutto e bene. In questi 15 anni ho sacrificato tutto ciò che potevo, godermi i pomeriggi al parco con la mia bambina, scendere a casa ogni volta che ne avevo voglia o semplicemente per una ricorrenza se questa coincideva con una scadenza fiscale, la mia famiglia ha visto la mia assenza e ben presto non rappresentavo più nemmeno una entrata economica sicura (d’ altra parte non siamo dei precari a vita?)

I clienti facevano fatica a pagarmi, la mia scrivania spesso diventava il muro del pianto. Così per tre lunghi anni ho meditato, ho maturato una delle scelte più difficili della mia vita: rinunciare ad un progetto, dire basta a quella che consideravo una mia creatura.

Così quasi a 50 anni mi sono rimessa in gioco, ho ripreso a studiare e a fare concorsi. Qualche cliente a cui ho detto di chiudere definitivamente lo studio si è anche messo a piangere, per me è stato il segno che nonostante ciò che si dica il nostro non è un lavoro sterile fatto di numeri e bilanci ma è un lavoro che ci avvicina molto alle persone, alle loro difficoltà, ai loro entusiasmi, siamo partecipi, nel nostro piccolo a delle piccole storie.

Io questa responsabilità l’ho sempre sentita tutta e quando ho capito che per mille motivi non potevo e non riuscivo a fare questo lavoro come sognavo, allora era meglio separarmi da lui. 21/6/2019 oggi ufficialmente mi comunicheranno che ho superato un concorso insieme a tanti altri colleghi, altri professionisti avvocati e commercialisti con cui ci siamo confrontati e supportati, oggi inizia una nuova vita. Non reputo la mia vicenda un fallimento, ma il segno di una società che cambia, di una era in cui i professionisti non hanno le giuste tutele, di un mondo in cui i giovani fanno fatica a farsi strada, in cui i piccoli studi soffrono più di tutti per il moltiplicarsi delle scadenze. 21/6/2019
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy