10 aprile 2020

Coronavirus. Lettera dei commercialisti a Gabrielli: “il nostro lavoro non ha orari, no a sanzioni per gli spostamenti”

Miani: “Alcuni colleghi sanzionati dalle forze dell’ordine mentre si recavano ai loro studi professionali. Forniamo un servizio essenziale, lavoriamo fuori dagli orari canonici e nei festivi. Se ne tenga conto”

Comunicato stampa

In questi giorni ci sono purtroppo giunte segnalazioni relative ai casi di alcuni nostri colleghi fermati e sanzionati dalle forze dell’ordine mentre si stavano recando presso i loro studi professionali. Ci auguriamo che queste situazioni possano essere evitate in futuro”. È quanto scrive il presidente del Consiglio nazionale, Massimo Miani, in una missiva inviata oggi al Capo della Polizia, il prefetto Franco Gabrielli. Nella sua lettera, Miani sottolinea come quella dei commercialisti sia in questi giorni un’attività essenziale svolta per contribuenti e aziende, che viene spesso esercitata anche al di fuori dei normali orari di lavoro e anche nei giorni festivi. Un’organizzazione del lavoro di cui il Consiglio nazionale chiede alla Polizia di tener conto.

“Con riferimento all’applicazione delle misure restrittive imposte per limitare la diffusione del Covid-19 e le specifiche ragioni per le quali è autorizzata l’uscita dalle proprie abitazioni, tra le quali è contemplata quella di svolgimento di attività lavorativa necessaria, mi è doveroso rappresentarle – scrive Miani a Gabrielli – che i dottori commercialisti e gli esperti contabili, per le caratteristiche dei servizi professionali che forniscono a contribuenti ed aziende, devono recarsi nei loro studi e che tale necessità può aver luogo anche nei giorni festivi e al di fuori dei normali orari di lavoro”. “Come a lei ben noto – prosegue Miani – la nostra categoria in queste settimane di emergenza sta svolgendo attività professionali essenziali, principalmente in materia fiscale e di lavoro, a supporto di cittadini ed imprese e soprattutto delle piccolissime realtà produttive del Paese che si avvalgono dei nostri iscritti per adempiere alle loro obbligazioni o accedere a servizi della pubblica amministrazione”.

Essendo lo studio professionale la sede presso la quale la maggior parte dei commercialisti deve svolgere la propria attività, il numero uno della categoria chiede “di tenere presente che l’apertura di uno studio in questi giorni, anche se di domenica, giorno festivo o al di fuori dei normali orari di lavoro, risponde a ragioni di gestione e servizio”.

“Non vi è dubbio – prosegue ancora Miani – che lo stato di emergenza richiede a tutti la massima attenzione e sicurezza e le assicuro che proprio in tale direzione si è espresso questo Consiglio nazionale, invitando tutti gli Ordini territoriali e i nostri iscritti con i loro collaboratori ad adottare ogni misura per svolgere le attività nel rispetto delle indicazioni emanate dal Governo”. Per tutte queste ragioni, Miani conclude augurandosi che i casi di commercialisti sanzionati mentre si recavano al lavoro non si ripetano più.
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