26 ottobre 2019

Crisi d’impresa: a Firenze si rendono noti gli indicatori, in bozza, elaborati dal CNDCEC

Autore: Alfonsina Pisano
Si è svolta ieri, 25 ottobre 2019, la prima giornata del Convegno Nazionale dedicato alla Crisi d’impresa, tenutosi al Palazzo dei Congressi presso Firenze, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili a cui hanno partecipato oltre 1200 professionisti iscritti all’Albo, provenienti da tutta Italia. Oggi continuerà la giornata di studio, la quale si concluderà con una tavola rotonda dal titolo: “La revisione” coordinata da Raffaele Marcello, consigliere CNDCEC, e moderata dalla giornalista Simona D'Alessio.

Gli indici elaborati dal CNDCEC sono in formato bozza: si attende parere dal Ministero
La Riforma della Crisi d’impresa è stata ideata al fine di favorire la continuità aziendale e dunque creare un sistema con un adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile.

Gli indici elaborati dal CNDCEC sono stati presentati ieri a Firenze ancora in formato Bozza, si attende parere favorevole o eventuali osservazioni in merito dal Ministero che sta valutando la loro attendibilità.

Gli indici sono sette; i primi da prendere da valutare sono il Patrimonio Netto e il DSCR. In un secondo momento si analizzeranno gli altri cinque indici suddivisi per settore di appartenenza. Il primo indice a dover essere preso in considerazione è il PN: la sua negatività o la sua diminuzione al di sotto dei valori di legge è segnale di allarme. Invece, in caso di patrimonio positivo, o nei limiti di legge, deve essere preso in esame il DSCR.

Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio) deve essere conteggiato in qualità di rapporto tra i flussi di cassa previsti nei 6 mesi successivi disponibili per il pagamento dei debiti. Se il DSCR a 6 mesi è inferiore a 1 è un chiaro segnale che fa ragionevolmente presumere la sussistenza di uno stato di crisi dell’impresa.

I cinque indici da analizzare, suddivisi per settore sono:
  • indice di sostenibilità degli oneri finanziari in termini di rapporto tra gli oneri finanziari e il fatturato;
  • indice di adeguatezza patrimoniale, in termini di rapporto tra patrimonio netto e debiti totali;
  • indice ritorno liquido dell’attivo, in termini di rapporto da cash flow e attivo
  • indice di liquidità, in termini di rapporto tra attività a breve termine e passivo a breve termine
  • ndice di indebitamento previdenziale e tributario, in termini di rapporto tra l’indebitamento previdenziale e tributario.

Concetto fondamentale è che i cinque indici per settore costituiscono effettivi segnali di crisi solo se valutati congiuntamente e non singolarmente.

Tali indici consentiranno di rilevare in modo più agevole, omogeneo ed obiettivo i segnali di difficoltà delle imprese.

La terminologia del Codice della Crisi d’impresa
La riforma della Crisi d’impresa ha annoverato, in primo luogo, la terminologia dell’intero codice. Nel nuovo Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza è assente il termine fallimento: viene così superato quel vetusto atteggiamento, per fortuna ormai desueto, che vedeva nell'insuccesso dell’imprenditore un disprezzo quasi moralisticamente connotato.

L’insuccesso dell’impresa è un esito possibile in un’economia di mercato, ma ciò di cui si ha bisogno non è un atteggiamento punitivo, bensì una reazione diretta a disciplinare in modo socialmente efficiente il recupero di un progetto che non ha funzionato.

Si abbandona dunque, il vecchio significato ideologico di un periodo di difficoltà di una società, accogliendo con parere favorevole la scelta del legislatore di varare, con il Codice della crisi, una riforma organica delle procedure concorsuali che rimuova difetti e disfunzionalità del passato.

Nessuna proroga per la nomina obbligatoria del Revisore: è confermata la data del 16 dicembre 2019
Durante il Convegno Nazionale è stato spiegato che molti professionisti e autorità del settore avevano richiesto una specifica proroga per la nomina dell’organo di controllo da fissare per il 2021, ma è stata negata. Rimane dunque fissata la data del 16 Dicembre 2019 per la nomina obbligatoria del Revisore Legale.

Le ragioni che hanno portato a chiedere una proroga confluivano in un unico problema, ovvero quello della responsabilità che un revisore ha nell’esatto momento nell’accettazione di un incarico al 16.12.2019: il revisore accettando un incarico a tale data assume professionalmente la responsabilità di tutti gli eventi che hanno caratterizzato tale anno senza aver potuto prenderne parte durante gli eventi ormai trascorsi.

Il ruolo del professionista e dell’OCRI nella Crisi d’impresa
In aggiunta, è stato chiarito e incoraggiato il debutto delle procedure d’allerta, le quali costituiscono una novità che impatta direttamente sul sistema economico del Paese e sulla tenuta del tessuto imprenditoriale. In merito, il Dott. Sandro Pettinato, vicesegretario generale Unioncamere e la Dott.ssa Rosa Selvarolo, giudice delegato Tribunale di Firenze hanno minuziosamente dettagliato il ruolo del professionista nel Codice della Crisi d’impresa, facendo riferimento ai soggetti chiamati a svolgere questo ruolo in questa delicata disciplina.

È prodromico all’esercizio della professione nelle materie concorsuali- sottolinea la Dott.ssa Rosa Selvarolo- che alcune competenze, esperienze in determinati settori disciplinari possono appartenere solo a determinate categorie, e non per mera discriminazione; ogni professione merita rispetto, ma solo perché i percorsi universitari e post- universitari impongono, per chi è Dottore Commercialista e Avvocato, gli studi di materie inerente specifici settori scientifici e giuridici in coerenza con questa nuova disciplina".

Inoltre è stato spiegato che tutte le Camere di Commercio si stanno organizzando al fine di individuare le funzioni e le figure professionali che deve avere l’OCRI. La priorità delle Camere di Commercio è quella di uniformare attraverso regole unitarie, tutti i compiti e i percorsi che questa figura professionale dovrà intraprendere.

Il messaggio che ha predominato in questa giornata di studio è incentrato sull’educazione dell’imprenditore, specie delle PMI che rappresentano il tessuto forte del Paese, in virtù delle suddette novità, nonché un auspicio alla creazione di una rete tra professionisti al fine di garantire, nell’ottica dell’assoluta indipendenza, competenze elevate, favorite da un interscambio di informazioni necessarie per evitare che una impresa in crisi sfoci in insolvenza.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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