23 ottobre 2018

E-fattura: il Consiglio CDL chiede il credito d’imposta

Autore: Pasquale Pirone
In vista dell’imminente estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le operazioni IVA, molti sono i contribuenti e gli operatori del settore (commercialisti, consulenti del lavoro ecc.) che si trovano costretti ad aggiornare i propri software per farsi trovare pronti alla gestione dell’intero processo, il che si traduce nel dire “sostenimenti di costi” (anche se è vero che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione la piattaforma web gratuita “Fatture e corrispettivi”).

Alcuni già hanno provveduto all’adeguamento (anche per via dell’anticipazione al 1° luglio dell’obbligo in esame per le cessioni di benzina e gasolio per autotrazione ed al 1° settembre per le operazioni di tax free shopping). Altri ancora lo hanno già fatto in passato perché operanti per la maggior parte verso la pubblica amministrazione (si pensi ad esempio agli ingegneri, geometri ecc. che vivono di incarichi da parte di entri pubblici per la realizzazione di ponti, strade, ecc.).

La richiesta del credito d’imposta – Come anticipato l’adeguamento dei software per la gestione dell’e-fattura certamente si traduce un aggravio di costi sia se sostenuti direttamente dal contribuente sia se sostenuti dal commercialista cui il cliente delega la gestione del processo (dall’emissione alla conservazione). Se poi a ciò si vuole aggiungere anche la spesa che bisogna sostenere per la formazione, l’aggravio assume rilievi ancora più ampi. Ecco, quindi, che da più parti si è deciso di alzare la voce al fine di richiedere al legislatore l’istituzione, a fronte di tali costi, di un credito d’imposta per l’adeguamento tecnologico al pari di quanto fatto, ad esempio, per via dell’introduzione dello spesometro e della comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA. Anche a fronte di questi adempimenti, infatti, si sono dovuti sostenere costi per l’adeguamento dei software contabili, ma per contro il legislatore ha riconosciuto un credito d’imposta (valido anche per chi ha optato per la trasmissione telematica delle fatture di cui D. Lgs. n. 127/2015). Stesso beneficio è stato riconosciuto, per chi ha optato per la trasmissione telematica dei corrispettivi (di cui al D. Lgs. n. 127/2015). In particolare, per contribuenti obbligati allo spesometro ed alla comunicazione della liquidazione IVA periodica, il credito riconosciuto è stato di 100 euro, a condizione che nel 2016 abbiano realizzato un volume d'affari non superiore a euro 50.000. Stesso discorso vale per i contribuenti che (nel 2017) hanno esercitato l’opzione per la trasmissione telematica delle fatture/note di variazione/bolle doganali. C’è poi il credito d’imposta corrispettivi telematici pari a 50 euro sempreché nel 2016 si è realizzato un volume d'affari non superiore a euro 50.000.

Ecco, quindi, che secondo la stessa logica, al fine di dare un aiuto a transitare dall’era analogica a quella digitale nel modo della fatturazione, è richiesta, da più parti, l’istituzione di un beneficio fiscale (anch’esso sotto forma di credito d’imposta) che possa seguire le stesse linee di funzionamento di quelli appena menzionati (il credito verrebbe riconosciuto una sola volta, verrebbe utilizzato in compensazione, ecc.).

Il problema esposto in questa sede è stato affrontato anche dal Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, Sergio Giorgini, il quale ne chiede a gran voce l’istituzione, visto che né la Legge di Bilancio 2018 né quella del prossimo anno prevedono nulla in merito.
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