15 ottobre 2018

Fisco ed economia circolare

Autore: Giovambattista Palumbo
Il Governo intende sostenere un modello di economia circolare, attraverso la razionalizzazione e l’armonizzazione della normativa ambientale in materia di rifiuti, e il riutilizzo delle risorse nel processo produttivo. Il fulcro dell’approccio all’economia circolare consiste nel far sì che per ogni risorsa rinnovabile, la percentuale di impiego non sia maggiore di quella di rigenerazione, e per una non rinnovabile non sia maggiore dell’alternativa rinnovabile. In tale contesto anche la leva fiscale assume un ruolo determinante.

La green economy come leva di innovazione e stimolo alla competitività del sistema industriale è uno dei temi centrali nel contratto di governo, dove si prevedono anche politiche che stimolino un generale approccio all’economia circolare, il cui fulcro consiste nel far sì che per ogni risorsa rinnovabile (suoli, acqua, foreste), la percentuale di impiego non può essere maggiore di quella di rigenerazione, e per una non rinnovabile non può essere maggiore dell’alternativa rinnovabile (ad esempio: investire parte dei profitti per l’adozione di tecnologie produttive con risorse rinnovabili).

In tale contesto rientrano, inoltre, anche le proposte di tipo fiscale: agevolazioni fiscali per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili, raccolta domiciliare con tariffazione puntuale per cittadini e imprese, incremento dei fondi per l’avvio di iniziative imprenditoriali legate al recupero e al riciclo della materia, etc.

Nella NADEF, per quanto riguarda il capitolo ambiente ed energia, è peraltro previsto l’impegno ad arrivare al 2050 con un sistema energetico alimentato solo da fonti rinnovabili e sostenibili. E, a questo proposito, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, in via di definizione e che dovrà essere presentato alla Commissione UE entro la fine del 2019, dovrà prevedere il raggiungimento degli obiettivi europei per il 2030, attraverso misure per la mobilità sostenibile, sblocco del mercato nazionale delle fonti rinnovabili e la lotta alla povertà energetica.
Nel documento citato si legge inoltre che, sotto il profilo fiscale, è prevista la proroga della detrazione per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, la stabilizzazione dell’ecobonus e del sisma bonus, con l’introduzione di tipologie di certificazioni capaci di garantire i crediti.

Rispetto all'Ecobonus, Gianni Pietro Girotto, presidente della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, ha poi in particolare dichiarato che le detrazioni fiscali del comparto edilizio saranno triennalizzate (rendendole stabili fino al 2021), cercando anche di renderle più funzionali, tramite un ecoprestito per l’avvio dei lavori e possibilmente anche una maggiore flessibilità della cessione del credito di imposta.

Più in generale, tra le sfide ambientali su cui l'esecutivo ha detto che intende impegnarsi nei prossimi anni, attraverso l'attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, c’è anche quella di ridurre l'inquinamento e intervenire in maniera più ambiziosa nella lotta ai cambiamenti climatici, introducendo anche norme ad hoc a sostegno dello sviluppo sostenibile, regimi fiscali vantaggiosi per le aziende che mettono in atto strategie di riduzione dell’inquinamento e misure per il contenimento delle emissioni del particolato PM 10 e del biossido di azoto NO2.

E, soprattutto, quella di promuovere l’uso efficiente e sostenibile delle risorse e governare la transizione verso l'economia circolare, anche attraverso un aggiornamento della normativa nazionale in cui sia anche prevista l’eventuale introduzione di meccanismi fiscali premianti.
Le misure attraverso cui conseguire questi obiettivi (per quanto di interesse specificatamente “fiscale”), potrebbero, inoltre, essere prese in considerazione anche le seguenti (alcune delle quali recentemente proposte anche da Legambiente):
  1. La differenziazione dell’Iva, con aliquote differenziali per i prodotti in base alla loro sostenibilità sociale e ambientale;
  2. L’attuazione del pacchetto comunitario “Economia circolare” per la gestione dei rifiuti del 4 luglio 2018: quattro nuove Direttive UE in materia di economia circolare, che gli Stati membri dovranno recepire entro due anni, con l’incremento delle percentuali di riciclaggio dei rifiuti, dei materiali da imballaggio etc., laddove peraltro i Comuni o gli ambiti territoriali ottimali (ATO) che non saranno in grado di rispettare le percentuali stabilite dovranno corrispondere un’addizionale del 20%, la cosiddetta ecotassa;
  3. La revisione dei canoni per le attività estrattive, il prelievo di acqua minerale e le concessioni balneari;
  4. La revisione dei sussidi alle fonti fossili, incentivando, invece, investimenti in attività ecosostenibili;
  5. La concreta applicazione del principio del “chi inquina paga”, anche attraverso forme di tassazione supplementare.
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