15 dicembre 2018

Tasse di proprietà industriale pagabili anche tramite “PagoPA”

Autore: Pietro Mosella
È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n. 289 del 13-12-2018) il decreto del Ministero dello sviluppo economico del 4 dicembre 2018 recante “Estensione dell'utilizzo della piattaforma Pago PA per il pagamento digitalizzato dei diritti e delle tasse di proprietà industriale”.

Pagamento dei diritti e delle tasse - In sostanza, come precisato all’articolo 1 del decreto sopra menzionato, a partire dal 18 dicembre 2018, il pagamento delle tasse sul deposito telematico degli atti di opposizione alla registrazione dei marchi e delle istanze ad essi connesse, potrà essere effettuato anche on line tramite la piattaforma PagoPA, contestualmente al deposito stesso, per mezzo di:
  • carta di credito;
  • bonifico bancari;
  • o altra modalità di pagamento ivi prevista, utilizzando uno degli istituti bancari che hanno aderito a tale piattaforma.

Il pagamento delle tasse per i depositi suddetti può, comunque, continuare ad essere effettuato anche attraverso la modalità che prevede l'utilizzo del Modello F24, purché il pagamento sia effettuato entro il medesimo giorno in cui è avvenuto il deposito dell'atto.

Ricevuta di avvenuto pagamento on line – In merito ai pagamenti delle tasse sul deposito telematico degli atti di opposizione alla registrazione dei marchi e delle istanze ad essi connesse, il sistema di deposito – come spiegato all’articolo 2 del decreto in commento – invia, all'indirizzo e-mail comunicato dall'utente in sede di registrazione al sistema stesso, una ricevuta di avvenuto pagamento che contiene le informazioni relative a:
  • Identificativo unico di versamento (IUV);
  • causale ed all'importo di pagamento;
  • numero di deposito a cui il pagamento si riferisce.

Diritti di proprietà industriale – Ricordiamo che, i diritti di proprietà intellettuale, costituiscono per tutte le tipologie di imprese, ma soprattutto per le micro, le piccole e le medie imprese, un importante asset aziendale da coltivare e tutelare, in quanto, il valore delle aziende, oggi, è prevalentemente rappresentato da beni intangibili come il marchio, i brevetti, il design ecc.

Si ricorda, altresì, che il Codice della proprietà industriale (CPI), emanato con D. Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30, ha introdotto nel sistema italiano una disciplina organica e strutturata in materia di tutela, difesa e valorizzazione dei diritti di proprietà intellettuale, riordinando e accorpando oltre 40 testi normativi tra leggi e provvedimenti, conseguenti in particolare all'adeguamento delle norme italiane ai regolamenti comunitari e alle disposizioni delle convenzioni internazionali a cui l’Italia ha aderito.
Il testo unico sulla proprietà industriale ha, quindi, comportato un’intensa attività di semplificazione burocratica e una sintesi organizzata delle disposizioni preesistenti.
In particolare, il Codice, richiama e fa propri i principi generali e i contenuti della Convenzione di Parigi del 1883, il primo trattato internazionale sui brevetti che ancora oggi rappresenta, per i 157 Stati aderenti, uno dei principali punti di riferimento per la disciplina internazionale della proprietà industriale.

Dal punto di vista normativo, dopo alcune tappe fondamentali susseguitesi al suddetto D. Lgs., ossia il Regolamento di attuazione (D.M. MSE 33/2010), modifiche e integrazioni introdotte con il correttivo D. Lgs n. 131/2010, ci sono stati diversi aggiornamenti della normativa per effetto di decreti e leggi che hanno apportato modifiche, sino a quelle contenute nella più recente Legge 3 novembre 2016, n. 214.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy