sabato, 17 maggio 2025

12 gennaio 2016

16:37 - Rinnovo contratto industria alimentare, rotte le trattative

Naufraga, per ora, la possibilità di rinnovare il contratto nazionale dell'industria alimentare. Questa notte, infatti, si sono interrotte le trattative. Scaduto il 30 novembre, il contratto degli alimentaristi rappresenta una partita importante che interessa circa 400 mila lavoratori e oltre 54.000 aziende, una platea assai più numerosa rispetto a quella della chimica, con 171 mila lavoratori, che hanno raggiunto un'intesa in tempi brevissimi, a metà ottobre, con due mesi di anticipo sulla tabella di marcia. Un accordo simbolico vista l'appartenenza del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a quel comparto.

A dare la notizia della rottura per il settore alimentare sono stati i sindacati del settore Fai-Flai-Uila, in un comunicato congiunto, a cui è seguito, a stretto giro, quello della controparte, la Federalimentare.

A fronte della difficile situazione, di cui si era avuto sentore nei giorni scorsi, i rappresentanti dei lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione" con l'immediato blocco degli straordinari e di tutte le flessibilità" programmando "un fitto calendario di assemblee in tutti i luoghi di lavoro" ed inoltre, "un pacchetto di 4 ore di sciopero articolato a livello aziendale da effettuarsi entro il 22 gennaio e 8 ore di sciopero nazionale il 29 gennaio". Le posizioni sono distanti: da una parte i sindacati che definiscono "inaccettabile la pretesa di Federalimentare di voler concludere un accordo basato esclusivamente sulla penalizzazione complessiva delle retribuzioni a partire dal blocco degli scatti di anzianità e dall'eliminazione dei premi di produzione congelati".

Dall'altra, la Federalimentare che vuole raggiungere un accordo "basato su parametri fondamentali come produttività, flessibilità, welfare e merito" e che bolla come "ciliegina sulla torta l'ulteriore, rinnovata, richiesta di deroga al Jobs act da parte dei sindacati" che invece è "l'unico vero strumento di cambiamento delle regole di questo Paese a cui l'industria alimentare italiana non rinuncerà mai".

La rottura del negoziato, partito il 14 settembre scorso, arriva dopo 14 incontri tecnici. I sindacati, tra l'altro, accusano Federalimentare di aver "ulteriormente esacerbato il clima della plenaria", in quanto durante una sessione della seduta plenaria, programmata a oltranza per due giorni, "nella notte dell'11 gennaio, una parte della delegazione trattante di Federalimentare si è resa irreperibile".

Per gli industriali invece è stato "del tutto incomprensibile" l'abbandono del tavolo negoziale da parte dei sindacati. "Un abbandono strumentale - commenta il vice presidente della federazione di Confindustria Leonardo Colavita– che va in direzione opposta rispetto all'atteggiamento costruttivo di Federalimentare che si è mostrata pronta ad entrare nella fase decisiva del confronto e ad approfondire i nodi contrattuali ancora da sciogliere, compreso il salario". La Federalimentare fa sapere che "rimane comunque aperta al dialogo e auspica il raggiungimento di un accordo che vada oltre modelli di confronto definitivamente tramontati ma che sia basato su parametri fondamentali come produttività, flessibilità, welfare e merito".
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

Non ci sono risultati.

Suggerimenti:
– verificate di aver digitato correttamente le parole nel campo di ricerca testuale;
– aggiungete parole più specifiche o sinonimi nel campo di ricerca testuale;
– provate a ridurre i parametri di ricerca.

Per inserire i vostri commenti dovete registrarvi.