domenica, 04 maggio 2025

26 novembre 2014

18:45 - Italiani 'schiavi' del fisco per 158 giorni l'anno, in Europa solo la Francia peggio di noi

Nel 2013 i contribuenti italiani hanno lavorato per il fisco fino al 7 giugno, vale a dire 9 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area dell’euro e ben 13 se, invece, il confronto viene realizzato con la media dei 28 Paesi che compongono l’Ue. E' quanto emerge da una analisi dell'Ufficio Studi della Cgia di Mestre da cui si rileva come tra i nostri più diretti concorrenti solo la Francia presenta un dato peggiore del nostro (174 giorni), mentre in Germania il cosiddetto “tax freedom day” scatta dopo 144 giorni, in Olanda dopo 136 giorni e in Spagna appena dopo 123 giorni. Per ottenere questi risultati la Cgia ha preso in esame il Pil nazionale 2013 dei singoli Paesi registrato con la nuova metodologia di calcolo Eurostat e lo ha suddiviso per i 365 giorni dell’anno, ottenendo così un dato medio giornaliero. Successivamente, ha considerato il gettito di contributi, imposte e tasse che i contribuenti europei hanno versato al proprio Paese e lo ha diviso per il Pil giornaliero. Il risultato di questa operazione è stato la definizione del giorno di 'liberazione fiscale' di ciascun paese.

Ma l’ufficio studi della CGIA ha riscostruito, grazie alla nuova metodologia Sec 2010, la serie storica del giorno di liberazione fiscale in Italia dal 1995 al 2013. Il risultato e' che se dalla metà degli anni ’90 (147 giorni) fino al 2005 (143 giorni) i giorni di lavoro necessari per onorare il fisco hanno subito una progressiva riduzione, successivamente sono aumentati sino a toccare il record storico nel 2012 (158 giorni), un massimo poi bissato anche nel 2013.

“Ad esclusione del Belgio – sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – tutti i paesi federali presentano una pressione fiscale molto inferiore alla nostra, con una macchina statale più snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualità. Pertanto, è necessario riprendere in mano il federalismo fiscale, definire ed applicare i costi standard per abbassare gli sprechi e gli sperperi e, nel contempo, ridurre le tasse di pari importo”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

Non ci sono risultati.

Suggerimenti:
– verificate di aver digitato correttamente le parole nel campo di ricerca testuale;
– aggiungete parole più specifiche o sinonimi nel campo di ricerca testuale;
– provate a ridurre i parametri di ricerca.

Per inserire i vostri commenti dovete registrarvi.