A novembre l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (Nic), comprensivo dei tabacchi, registra una diminuzione congiunturale dello 0,2% e un aumento del 2,5% nei confronti di novembre 2011, in frenata rispetto a +2,6% registrato ad ottobre. Lo rende noto l'Istat precisando che il dato definitivo conferma la stima provvisoria.
Il lieve rallentamento dell'inflazione, che segue quello più consistente registrato a ottobre, rileva ancora l'Istat, è dovuto prevalentemente alla frenata dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che registrano un calo congiunturale del 2,1% e una crescita tendenziale dell'11,6%, dal 15% di ottobre. L'inflazione acquisita per il 2012 si conferma al 3%.
L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, si stabilizza all'1,5%. Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo rallenta all'1,6% (+1,7% nel mese precedente). Rispetto a un anno prima, il tasso di crescita dei prezzi dei beni scende al 2,9%, dal 3,4% del mese precedente, e quello dei prezzi dei servizi sale all'1,9% (era +1,7% a ottobre). Di conseguenza, il differenziale inflazionistico tra beni e servizi si riduce di sette decimi di punto percentuale rispetto al mese di ottobre.
I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori diminuiscono dello 0,1% sul mese precedente e il tasso di crescita su base annua scende in misura significativa, passando al 3,5%, dal 4,0% di ottobre. L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una diminuzione congiunturale dello 0,3% e una crescita tendenziale del 2,6%, con una decelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto a ottobre 2012 (+2,8%). Anche in questo caso, il dato definitivo conferma la stima preliminare. L'indice Ipca a tassazione costante (Ipca-Tc) diminuisce dello 0,2% sul piano congiunturale e aumenta del 2,2% su quello tendenziale. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un calo dello 0,2% su base mensile e un aumento del 2,4% su base annua.
Per il Codacons però ''un'inflazione al 2,5% non è certo una notizia da festeggiare, dato che significa che una famiglia di 3 persone paga su base annua una tassa invisibile pari a 874 euro in termini di aumento del costo della vita''.
Per il Codacons si tratta di una diminuzione ''molto lieve e dovuta esclusivamente al calo dei prezzi dei carburanti (su base mensile -4,1% benzina, -1,8% diesel)''. Inoltre, sottolinea l'associazione dei consumatori, ''non si tratta di una inversione di tendenza dovuta ad un generale abbassamento dei prezzi. Se, quindi, il costo del petrolio tornasse a salire, l'inflazione si impennerebbe nuovamente''.
Ecco perché, aggiunge il Codacons, ''il Governo dovrebbe spezzare la cinghia di trasmissione petrolio-inflazione, mantenendo finalmente la promessa di sterilizzare i futuri rialzi dei carburanti, in modo che al superamento della soglia di 1,90 per la benzina e di 1,80 per il gasolio si congeli almeno l'ulteriore guadagno dello Stato dovuto alla doppia tassazione Iva + accise''.