Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha evidenziato un atteggiamento aggressivo da parte della Cina, dovuto alla propria capacità militare, economica e diplomatica, in contrasto con l’ordine mondiale e le sue regole.
La politica interna della Cina opera in modo repressivo, mentre quella estera risulta essere più aggressiva, il Paese orientale nutre, dunque, la convinzione di poter diventare la nazione più dominante del mondo in un prossimo futuro.
Le iniziative militari cinesi sono sempre più evidenti, sottolinea il capo della diplomazia Usa, a partire dalla presenza significativa degli aerei sul Pacifico occidentale, insieme alla Marina americana. Nei giorni scorsi, il presidente cinese Xi, ha annunciato tre nuove navi da guerra per controllare il Mar Cinese Meridionale, la più grande marina del mondo potrebbe essere utilizzata per irrompere nell’isola di Taiwan, appoggiata dagli Stati Uniti nella propria democrazia. Nonostante le premesse, però, si esclude uno scontro diretto tra la Cina e gli Stati Uniti, in quanto non gioverebbe agli interessi di entrambi i Paesi.
In conclusione, il segretario di Stato, ha definito la repressione della minoranza uigura, un genocidio, non ritenendo attendibili le accuse di terrorismo utilizzate da Pechino per legittimare le proprie azioni.