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mercoledì, 17 dicembre 2025
Il continuo sviluppo del commercio elettronico transfrontaliero nell'UE ha spinto l'Unione Europea a rivedere le normative sull'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) per garantirne l'applicazione e contrastare l'evasione fiscale. Questo articolo analizza le nuove regole IVA, chiarendone modifiche e implicazioni per imprese e consumatori.
Il commercio elettronico transfrontaliero rappresenta un elemento strategico per l'economia dell'Unione Europea, promuovendo la crescita e favorendo l'accesso a un mercato più ampio per le imprese. La necessità di adeguare la disciplina fiscale a tale scenario ha determinato l'introduzione di nuove regole IVA (pdf). Queste normative sono state concepite per principalmente per tre finalità:
Esplora le nuove frontiere della fiscalità nell'e-commerce: dal Decreto Legislativo al controllo delle vendite online, le implicazioni per imprese e microimprenditori su Fiscal Focus.
L'introduzione di regole comuni intende favorire il corretto funzionamento del mercato interno e garantire condizioni di parità tra operatori, a vantaggio sia dei consumatori che delle imprese UE. Già nuove regole sono entrate in vigore a partire dal 1° luglio 2021, introdotte in Italia dal D.Lgs. 83/2021, a seguito della direttiva 2017/2455/UE, con lo scopo di semplificare gli obblighi amministrativi per le microimprese di un Paese membro che svolgono servizi occasionali in altri Paesi membri entro il limite di 10.000 euro. In questo caso l'IVA da applicare rimane nel Paese di origine anziché spostarsi nel Paese di destinazione. Successivamente, sono state introdotte nuove misure per contrastare le frodi legate all'IVA, a seguito della direttiva UE 2020/284. L'obiettivo della normativa dell'Unione Europea è monitorare le transazioni di vendita transfrontaliera di beni e servizi ai consumatori finali (B2C) nei paesi membri dell'UE. Per le transazioni di questo tipo (e-commerce B2C), l'imposta viene applicata nel paese di residenza del consumatore privato acquirente (oltre la soglia di 10.000 euro). Pertanto, per prevenire possibili casi di evasione fiscale, l'UE ha introdotto questa procedura per tracciare le transazioni effettuate. Così, dal 1° gennaio 2024, le banche e i prestatori di servizi di pagamento (PSP) devono trasmettere, scambiare e conservare i dati relativi alle singole transazioni effettuate attraverso di loro. Questo flusso di informazioni sarà utilizzato per alimentare il CESOP (Central electronic system of payment information), il sistema centrale elettronico di informazioni sui pagamenti.
Le recenti modifiche normative nell'ambito dell'IVA hanno introdotto significative novità per le imprese operanti nel commercio elettronico transfrontaliero. Le principali novità introdotte riguardano:
Le imprese che operano nel commercio elettronico transfrontaliero devono prestare particolare attenzione alle soglie IVA e al regime OSS (One Stop Shop). Dal 1° luglio 2021, è stata introdotta una soglia unica di 10.000 euro per le vendite a distanza di beni e per le prestazioni di servizi a consumatori finali nell'UE. Questa soglia si calcola su base annuale e considera il volume d'affari al netto dell'IVA realizzato nell'anno solare precedente. Superare questa soglia implica l'obbligatorietà di applicare l'IVA nello stato membro di destinazione dei beni o servizi venduti. Per semplificare gli adempimenti fiscali legati a questa regola, è stato introdotto il regime OSS, che permette di dichiarare e versare l'IVA dovuta in tutti gli stati membri attraverso una unica dichiarazione trimestrale, presentata nello stato membro in cui l'impresa è registrata per l'OSS.
Il regime OSS si divide in OSS UE e OSS non UE, a seconda che l'impresa sia stabilita o meno all'interno dell'Unione Europea. Esiste inoltre un regime speciale, l'IOSS (Import One Stop Shop), per la vendita online di beni importati di valore inferiore a 150 euro. La registrazione al regime OSS o IOSS avviene tramite il portale telematico dell'Agenzia delle Entrate. Questo sistema semplifica gli adempimenti fiscali legati all'IVA per le imprese che vendono beni e offrono servizi ai consumatori finali nell'UE. Con lo sportello unico, le imprese possono:
Le recenti riforme in materia di IVA incidono direttamente sugli acquisti transfrontalieri effettuati dai consumatori nell'UE. Una delle principali implicazioni riguarda l’abolizione dell'esenzione per le importazioni di basso valore. Infatti, fino al 1° luglio 2021, i beni di valore inferiore a 22 euro importati nell'UE erano esenti da IVA. A seguito delle nuove regole, l'IVA è dovuta su tutte le importazioni, indipendentemente dal valore delle merci.
Essendo le aliquote IVA stabilite a discrezione degli Stati membri, i consumatori nell'UE devono essere preparati al fatto che il prezzo finale dei prodotti acquistati online potrebbe subire variazioni, a seconda delle diverse aliquote IVA applicate nei vari Stati membri. È possibile assistere sia a lievi aumenti che a riduzioni dei prezzi a seconda del Paese di origine del venditore e dell'aliquota IVA ivi vigente.
Le nuove regole mirano alla maggiore chiarezza in termini di prezzo dei beni importati da Paesi extra-UE, in quanto l'IVA deve essere esplicitata fin da subito, evitando al consumatore sorprese al momento del pagamento. In generale, obiettivo delle nuove disposizioni è garantire condizioni di parità per tutte le imprese, a tutela dei consumatori e degli Stati membri.
Le imprese che operano nel settore e-commerce devono prepararsi con largo anticipo ai cambiamenti introdotti dalle nuove normative in ambito IVAsulle vendite a distanza. Per adeguarsi in modo efficace, si raccomandano le seguenti azioni strategiche:
L'adozione tempestiva di queste misure consentirà alle imprese di operare nell'e-commerce con serenità, mantenendo piena conformità fiscale ed evitando inutili sanzioni.
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