A seguito della pandemia il Governo è intervenuto in più occasioni sulla disciplina del Fondo di garanzia mutui prima casa. L’obiettivo attuale è quello di rafforzare la garanzia dello Stato in modo da permettere l’acquisto della prima casa ai giovani under 35 anni, attraverso un mutuo anche senza anticipi.
Che cos’è il Fondo di garanzia mutui prima casa – Il Fondo di garanzia mutui prima casa è gestito dalla Consap (Concessionaria servizi assicurativi pubblici), ed è stato istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze con la
Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (art. 1 comma 48 lett. C).
Il Fondo è stato recentemente finanziato con il “Decreto crescita” (
art. 19, DL 30 aprile 2019 n. 34) e attualmente prevede una copertura pari al 50% del finanziamento (entro un importo massimo di 250mila euro) per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa.
Quali saranno i prossimi cambiamenti - Il Governo, secondo quanto esposto dal Presidente Mario Draghi, punta a rafforzare questo schema aumentando la copertura dal 50 al 100%, con lo stesso limite di importo. Questo aiuterebbe i giovani con un’età inferiore a 35 anni che non possono farsi carico della restante parte del finanziamento. La garanzia statale, infatti, darebbe la possibilità di non versare l’anticipo, in quanto permetterebbe alla banca di erogare una somma pari al 100% del valore dell’immobile.
Le motivazioni spiegate nel PNRR- Tale misura è stata annunciata dal Presidente del Consiglio durante la presentazione del Piano di Ripresa e Resilienza, un piano che guarda alle prossime generazioni.
È stato fortemente sottolineato che l’Italia, in termini di contesto demografico, presenta dei numeri che la collocano ai livelli più bassi in Europa per natalità: meno 1,3 figli per ogni donna contro una media europea pari a 1,6. I giovani hanno bisogno di essere messi nella condizione di formare una famiglia, e per far ciò diventa importante rispondere a tre richieste: un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro.
Oltre ai livelli di natalità, anche il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro, con una percentuale pari al 53,8%, è tra i più bassi in Europa. A essere particolarmente colpiti dalla crisi, infatti, sono stati principalmente donne e giovani. Il nostro Paese presenta il tasso più alto di NEET tra i 15 e i 29 anni.
Secondo il Piano la formazione e il miglioramento delle competenze, in particolare quelle digitali, tecniche e scientifiche, miglioreranno la mobilità dei lavoratori e forniranno loro le capacità di raccogliere le future sfide del mercato del lavoro. Si prevede, inoltre, l’introduzione di una forma organica e integrata in materia di politiche attive e formazione, nonché misure specifiche per favorire l’occupazione giovanile.
Nonostante gli importanti sforzi compiuti negli ultimi anni, le politiche sociali e di sostegno alle famiglie devono essere ancora notevolmente rafforzate. Queste politiche vanno inserite in una programmazione organica e di sistema che abbia lo scopo di superare i sensibili divari territoriali esistenti, con la finalità di migliorare l’equità sociale, la solidarietà intergenerazionale e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.