mercoledì, 14 maggio 2025

12 maggio 2025

Papa Leone XIV ai giornalisti: “Disarmiamo la comunicazione. Le parole possono costruire la pace”

Papa Leone XIV invita i giornalisti a promuovere una comunicazione di pace, libera da odio e fanatismo, ed etica, nell’era dell’Intelligenza artificiale

Autore: Miriam Carraretto
In un tempo segnato da conflitti, polarizzazione e disinformazione, Papa Leone XIV lancia un forte appello ai professionisti dell'informazione: “Disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio. Purifichiamola dall’aggressività”. Il messaggio, ispirato alle parole di Papa Francesco in occasione della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, è stato pronunciato durante un incontro con i rappresentanti dei media in Vaticano.

L’impegno dei media nella narrazione della realtà

“Non serve una comunicazione fragorosa o muscolare – ha sottolineato il Pontefice – ma una comunicazione capace di ascolto, che dia voce ai deboli e agli invisibili".

Papa Leone XIV invita a costruire una comunicazione di pace, consapevole del suo potere trasformativo: “Disarmando le parole, possiamo contribuire a disarmare la Terra. Solo una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di offrire una nuova visione del mondo, più coerente con la dignità umana”.

Il Pontefice ha riconosciuto il ruolo cruciale dei giornalisti e comunicatori nel documentare conflitti, ingiustizie e speranze di pace. “Voi siete in prima linea – ha detto – nel raccontare le ferite del mondo, ma anche il lavoro silenzioso di chi si impegna per un futuro migliore. Per questo, vi esorto a scegliere con coraggio la via della verità e della responsabilità”.

Tra i passaggi più forti dell’intervento, il Papa ha denunciato la confusione comunicativa di oggi paragonandola alla “Torre di Babele”. Una comunicazione “ideologica, faziosa, priva di amore”, ha detto, “genera divisione invece di dialogo”. E ha ribadito: “Le parole che scegliete, lo stile che adottate, costruiscono ambienti culturali – umani e digitali – che influenzano il vivere sociale”.

Intelligenza artificiale e responsabilità etica

Il discorso si è infine soffermato - e non poteva essere altrimenti - sul tema dell’Intelligenza artificiale, vista come una delle più grandi sfide contemporanee. Papa Robert Prevost - della cui elezione anche i commercialisti si sono detti contenti, definendo la sua elezione "segno di speranza" - ha riconosciuto l’enorme potenziale di questi strumenti, sottolineando però la necessità di un uso etico e consapevole:

“L’IA deve essere orientata al bene comune. Servono discernimento e responsabilità, affinché non generi nuovi squilibri, ma benefici per tutta l’umanità". Un appello che riguarda ogni cittadino, “in proporzione alla propria età e al ruolo sociale”, e che interpella in particolare chi lavora nel mondo della comunicazione.
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