5 maggio 2017

SUBLIME, RIDICOLO

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici,
vi sarete chiesti “che fine ha fatto il Gigliotti?

Ho atteso di proposito qualche giorno per meglio osservare le reazioni della categoria, di chi dovrebbe difenderla e di chi la rappresenta, alla cosiddetta “manovrina”, che altro non è che un'appendice della manovra di bilancio rivelatesi insufficiente alle richieste di Bruxelles. Volevo studiare la situazione, capire, forse anche influenzato dai rimbrotti e dai rimproveri ricevuti a dicembre, quando fui personalmente ripreso per il mio metodo di approcciare la realtà. “Inutile protestare - mi hanno detto - quello che dobbiamo fare per ottenere risultati è sedersi ai tavoli, dialogare, ricostruire quel dialogo che con il tempo si è perso”.

Bene, al tavolo vi siete seduti, con la conseguenza di far sedere anche noi, i vostri colleghi, per ore e ore, a studiare una manovrina prodotta in fretta e furia e dagli effetti immediati, a tratti in palese violazione dello Statuto del contribuente per l’introduzione di norme con effetto retroattivo. Il tutto, il 24 aprile.

Oserei dire che siamo felici: per una volta anche noi ci siamo seduti a tavola, non i nostri cari per festeggiare il 25 Aprile, o magari (apoteosi del ridicolo), la Festa del Lavoro. No, noi al tavolo ci siamo seduti per studiare norme che vanno a contraddire la ratio stessa per la quale inizialmente non erano state introdotte, vedi lo split payment applicabile anche ai professionisti e tante, troppe, altre cose.

Ora, per quanto abbia cercato di ragionare su quest’ultimo schiaffo a mente il più possibile fredda, mi chiedo… Ma vi rendete conto, cari rappresentanti, che nessuno vi ha interpellato su tutto questo? Se è vero - come pare - che siete comunque soddisfatti dei risultati conseguiti, qual è la ragione di cotanto ottimismo? O più direttamente, ma su quale pianeta vivete? Io, noi, i colleghi con i quali quotidianamente mi rapporto, in tutta sincerità non stiamo proprio capendo che cosa voi stiate facendo per tirarci fuori da questa situazione intollerabile.

Sono pronto ai rimproveri (e magari anche ad eventuali azioni di ritorsione), ma non posso trattenermi dal dirvi che è forse è il caso di ripensare alle strategie. E per favore, non parlate più di sciopero… l’unico risultato che si è ottenuto, grazie al modo in cui è stato gestito, è stato quello di renderci ridicoli. Uno sforzo inutile, perché ridicoli ci sentiamo già tutti i giorni, quando affrontiamo migliaia di cambiamenti, gran parte dei quali non sono altro che capricci procedurali che nulla portano né al contribuente né all’Erario. Ridicoli ci sentiamo ogni giorno, quando spieghiamo ai nostri clienti le continue novità e dobbiamo mendicare un giusto compenso.

Ai nostri rappresentanti chiedo di non trasformarsi in politici avulsi dalla realtà che dovrebbero rappresentare. Di quelli il nostro Paese è già abbondantemente fornito.

Vorrei aggiungere BASTA, ma l’ho detto troppe volte, e nulla cambia.

Beh, almeno un piccolo basta fatemelo dire: per favore, non aggiungiamo ridicolo a ridicolo.


Dal sublime al ridicolo c’è soltanto un passo
Napoleone

 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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