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FISCO AMICO E RITROVATO? SOGNO, SON DESTO O SON FESSO?

A cura di Antonio Gigliotti

Cari amici e colleghi,
fatemi fare per una riga soltanto l’avvocato del diavolo.
L’Italia ha la triste fama di essere il Paese in cui, a pagare, sono spesso i ‘ladri di polli’. Estremizzo, se rubi la mela si spalancano le porte delle carceri. Invece se evadi milioni di euro il più delle volte riesci a farla franca. Oggi però mi sono svegliato sotto un cielo che sembra promettere un nuovo orizzonte. E io, un po’ stranito non lo nascondo, almeno questa volta voglio crederci, voglio provare ad avere fiducia nel direttore dell’Agenzia delle Entrate anche solo per questo giorno perché il cielo è terso. Stamattina infatti, la Orlandi, in un'intervista di Repubblica mi ha sorpreso. Mi sono versato addosso tutto il cappuccino quando ho letto che, finalmente, l’obiettivo dell’Agenzia sembra cambiare rotta: basta battaglie sui piccoli importi, stop alle contestazioni formali: la caccia ora sarà sui grandi evasori.
Faccio finta di non badare che l’intervista arrivi proprio oggi, dopo il servizio di Striscia la Notizia di qualche giorno fa in cui un ex dirigente coraggioso confessava le dinamiche del fisco fedeli al leitmotiv: forti con i deboli, deboli con i forti. Ovvero perseguire ad ogni costo il recupero solo formale o per importi esigui di contributi non versati.
Forse è arrivato il momento, e mi ostino a essere ottimista, che le parole solenni della Orlandi sul fisco amico, il rapporto di trasparenza reciproca tra fisco e contribuente, rimasto per ora solo una chimera, possa per incanto diventare realtà. Me lo sono ripetuto tutta la mattina continuando a osservare la macchia di caffè e latte sulla camicia. Mi è sembrato anche di scorgere su alcuni balconi la bandiera della giustizia con la bilancia che pendeva anche solo per una volta dalla parte del più debole.
Invece no. Sulla nostra categoria continuano a piovere sospetti e responsabilità squilibrate. Mai a favore del contribuente, sempre con l’occhio strizzato alle casse dello Stato: lultima circolare dell'Agenzia infatti , mentre da un lato dice quanto vi ho appena sopra raccontato, dall’altro afferma che noi professionisti potremmo rispondere dei possibili illeciti commessi dai nostri clienti.
Addirittura il professionista potrebbe essere l’ideatore o il facilitatore - riporto testualmente - di comportamenti evasivi. Oggi ho ricevuto un messaggio di SOS da un collega che mi ha fatto sorridere e riflettere: “Protestiamo tutti insieme con la bandiera bianca della resa che sventola fuori dalle finestre dei nostri studi”. A volte viene voglia di arrendersi.
Quale bandiera della giustizia? Essere considerati complici dell’evasione fiscale mi fa rabbrividire. E’ come un bicchiere d’acqua fredda che ti sbattono in faccia mentre dormi, magari mentre stai facendo un bel sogno.
Infatti la circolare dell’Agenzia delle Entrate, proprio come acqua ghiacciata, mi ha riportato alla realtà. Voglio dormire senza sognare più.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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