3 luglio 2020
3 luglio 2020

Ore 8:45 - Perché le persone migrano? Esplorare le cause dei flussi migratori

Parlamento europeo

Le cause della migrazione sono numerose e vanno da sicurezza, demografia e diritti umani fino al cambiamento climatico

Il 1° gennaio 2019 erano 21,8 milioni i cittadini di paesi terzi che risiedevano nell’UE, pari al 4,9% della popolazione dei 27 paesi membri. Nella stessa data erano invece 13,3 milioni i cittadini europei residenti in un paese membro diverso da quello di provenienza.

Perché le persone migrano verso l’Europa e tra i paesi UE?
Fattori di spinta e di attrazione
I fattori di spinta sono i motivi che spingono le persone a lasciare il proprio paese. I fattori di attrazione sono invece i motivi per cui le persone si spostano verso un determinato paese. Ci sono tre principali fattori di spinta e di attrazione: fattori socio-politici, fattori demografici ed economici e fattori ambientali.

Fattori socio-politici
Tra i motivi socio-politici che spingono le persone a scappare dal proprio paese ci sono le persecuzioni etniche, religiose, razziali, politiche e culturali. Anche la guerra o la minaccia di un conflitto e la persecuzione da parte dello stato sono fattori determinanti per la migrazione. Coloro che fuggono da conflitti armati, violazioni dei diritti umani o persecuzioni possono essere definiti profughi o migranti umanitari. Questa loro condizione influenza la loro destinazione, in quanto ci sono paesi che hanno un approccio più liberale di altri per per quanto riguarda l’accoglienza dei richiedenti asilo. Questi migranti vengono accolti solitamente nel paese più vicino che accetta richiedenti asilo.

Negli ultimi anni le persone arrivano in Europa per fuggire da conflitti, terrore e persecuzione nel paese d’origine. Nel 2019, nell’UE è stato riconosciuto lo statuto di protezione a 295.800 richiedenti asilo, oltre un quarto dei quali provenienti dalla Siria, seguiti da profughi afgani e iracheni.

Fattori demografici ed economici
I cambiamenti demografici determinano come le persone si spostano e migrano. Fattori come l’invecchiamento o la crescita della popolazione possono influire sia sulle opportunità lavorative nei paesi d’origine sia sulle politiche d’immigrazione nei paesi di destinazione.

L’immigrazione demografica ed economica è legata a condizioni di lavoro, disoccupazione e stato di salute generale dell’economia di un paese. Tra i fattori di attrazione ci sono salari più alti, maggiori possibilità di lavoro, miglior qualità di vita e opportunità di studio. Se le condizioni economiche non sono favorevoli e sono a rischio di ulteriore declino, le persone tenderanno a spostarsi verso paesi con prospettive migliori.

Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro delle Nazioni Unite, nel 2017 erano circa 164 milioni i lavoratori migranti nel mondo, cioè le persone che si spostano per trovare lavoro, pari ai due terzi dei migranti internazionali. Quasi il 70% si trovava in paesi ad alto reddito, il 18,6% in paesi a reddito medio-alto, il 10,1% in paesi a reddito medio-basso e il 3,4% in paesi a basso reddito.

Fattori ambientali
L’ambiente è da sempre una delle cause della migrazione: le persone scappano da disastri naturali come inondazioni, uragani e terremoti. Con i cambiamenti climatici si prevede un peggioramento degli eventi climatici estremi e quindi un aumento del numero di persone in movimento.

Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, “i migranti ambientali sono coloro che a causa di improvvisi o graduali cambiamenti ambientali, che colpiscono negativamente la loro vita o condizioni di vita, sono obbligati a lasciare la propria abitazione, temporaneamente o in modo permanente, e che si spostano in un’altra area del proprio paese o all’estero.”

Fattori come crescita della popolazione, povertà, sicurezza umana e conflitti rendono difficile calcolare con precisione il numero di migranti ambientali presenti nel mondo. Le stime variano dai 25 milioni a un miliardo di migranti ambientali entro il 2050.

Nuovo patto UE sull’immigrazione nel 2020
Gestire in modo efficace i flussi migratori, occupandosi di richieste d’asilo e protezione delle frontiere esterne, è da molti anni una delle priorità dell’UE. La Commissione europea presenterà un nuovo patto sull’immigrazione e l’asilo entro la fine del 2020. Il Parlamento ha promosso una revisione delle regole d’asilo dell’UE per assicurare maggiore solidarietà e una più equa distribuzione delle responsabilità tra i paesi membri in materia di immigrazione.

La Commissione per le libertà civili del Parlamento europeo sta lavorando a una relazione su nuove strade per l’immigrazione legale della forza lavoro. Secondo gli eurodeputati, occorrono nuove vie legali per ridurre l’immigrazione irregolare, colmare le lacune del mercato del lavoro e presentare una politica europea armonizzata. Gli eurodeputati chiedono inoltre che il sistema europeo comune d’asilo sia affiancato da un quadro dell’UE per il reinsediamento e da corridoi umanitari.
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