6 luglio 2020
6 luglio 2020

Ore 8:45 - Le soluzioni dell’UE per contrastare i cambiamenti climatici

Parlamento europeo

Contrastare il cambiamento climatico è una delle priorità del Parlamento europeo

Limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C
Le temperature globali medie sono aumentate considerevolmente rispetto all’epoca che precede la rivoluzione industriale e hanno raggiunto il picco massimo fra il 2009 e il 2018, il decennio più caldo registrato fino ad ora. Dei 18 anni più caldi registrati, 17 si sono verificati dal 2000.

I dati del Programma europeo di osservazione della terra Copernicus indicano che il 2019 è stato l'anno più caldo registrato in Europa. La maggior parte delle prove scientifiche a disposizione dimostrano che tale anomalia è dovuta all'aumento delle emissioni di gas serra prodotte dalle attività umane.

La temperatura media globale attuale è tra 0,91 e 0,96 °C più alta rispetto alla fine del diciannovesimo secolo. Gli scienziati ritengono che un aumento di due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali possa avere conseguenze pericolose e catastrofiche sia sul clima che sull'ambiente.

Per questo motivo la comunità internazionale concorda sul fatto che il riscaldamento globale debba rimanere ben al di sotto dei 2 °C.


Perché è importante una risposta dell'UE?
Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, l’Unione europea è il terzo produttore di gas serra dopo la Cina e gli Stati Uniti. Il settore dell’energia è responsabile per l'80,7% delle emissioni (dati del 2017).

Un impegno comune per limitare il riscaldamento globale è fondamentale in quanto i cambiamenti climatici colpiscono tutti i paesi dell'UE, anche se in forme differenti: si prevedono calore estremo e meno pioggia nell’area mediterranea e rischi di inondazioni e incendi boschivi nei paesi della zona continentale.

Gli sforzi dell'UE stanno dando i loro frutti. Nel 2008 l’Unione europea ha stabilito l’obiettivo del taglio delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990. Obiettivo superato in anticipo: nel 2015 il gas serra prodotto era il 22% in meno rispetto ai livelli del 1990.


L'UE e la politica climatica internazionale
L'UE svolge un ruolo fondamentale nei negoziati sul clima delle Nazioni Unite. Nel 2015 ha ratificato l'accordo di Parigi, il primo accordo globale per combattere i cambiamenti climatici, il cui obiettivo è limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale.

Con l'accordo di Parigi, l'UE si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, con il Green Deal europeo, l'UE si impegna a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per raggiungere questi obiettivi, l’Unione europea ha preso una serie di misure.


Il Green Deal europeo
A novembre 2019 il Parlamento europeo ha dichiarato l’emergenza climatica. Il Parlamento ha chiesto alla Commissione di assicurare che tutte le proposte siano in linea con l’obiettivo di limitare il riscaldamento climatico sotto 1,5°C e che le emissioni di gas a effetto serra siano ridotte in modo significativo.

In risposta alle richieste del Parlamento, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato il Green Deal europeo. Si tratta di una tabella di marcia per rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. Il Green Deal comprende anche un quadro normativo per il clima: la legge europea sul clima.

Tra gli obiettivi del piano dell’UE per un’Europa più verde e sostenibile ci sono la conservazione della biodiversità e un sistema alimentare più salutare. Inoltre l’UE vuole rafforzare l’economia circolare e promuovere gli investimenti verdi, sostenendo le industrie nella transizione verde e mitigando l’impatto socio-economico della transizione su lavoratori e comunità.

Finanziamenti UE per il clima
A gennaio 2020 la Commissione ha presentato il piano di investimenti del Green Deal europeo. Si tratta di una strategia per attrarre almeno 1000 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati durante i prossimi dieci anni.

Fa parte del piano di investimenti anche il meccanismo per una transizione giusta. Si tratta di uno strumento progettato per sostenere le regioni e le comunità maggiormente interessate dalla transizione verso un’economia sostenibile, ad esempio le regioni che dipendono fortemente dal carbone.

Inoltre l’UE ha introdotto nuove norme sugli investimenti sostenibili. Lo scopo è quello di promuovere gli investimenti verso le attività economiche rispettose dell’ambiente ed evitare di finanziare progetti “greenwashing”, cioè progetti che si dichiarano verdi, ma che non sono realmente sostenibili.


Ridurre le emissioni di gas serra
L'UE ha implementato diversi meccanismi a seconda del settore.

Per ridurre le emissioni delle centrali elettriche e delle industrie, l’Unione europea ha messo in pratica il primo mercato delle emissioni, il sistema di scambio delle emissioni (ETS, dall’inglese Emissions Trading System), grazie al quale le aziende devono acquistare permessi per emettere CO2. Ciò significa che meno le aziende inquinano, meno pagano. Questo sistema copre il 45% delle emissioni totali di gas a effetto serra nell'UE.

Per gli altri settori, come quello delle infrastrutture o dell’agricoltura, le riduzioni verranno attuate tramite obiettivi nazionali calcolati in base al prodotto interno lordo di ciascun paese.

Per quanto riguarda il trasporto su strada, nella primavera del 2019 il Parlamento europeo ha approvato nuove regole per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030 del 37,5% per le nuove auto, del 31% per i furgoni e del 30% per i nuovi camion.

Anche il potere di assorbimento delle foreste viene usato dall’UE per contrastare i cambiamenti climatici. A tal proposito il Parlamento ha votato nel 2017 un regolamento per prevenire le emissioni derivanti dalla deforestazione e dal cambio di destinazione d'uso dei terreni.

La sfida energetica
Una nuova politica per l’energia pulita, adottata dal Parlamento nel 2018, è una delle strategie per la lotta al cambiamento climatico. Gli obiettivi di questa politica sono aumentare la quota di energia rinnovabile consumata al 32% entro il 2030 e dare ai cittadini la possibilità di produrre la propria energia pulita.

L’UE vuole inoltre migliorare l’efficienza energetica degli edifici del 32,5% entro il 2030 e ha adottato nuove regole sugli elettrodomestici e sugli edifici.
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