7 ottobre 2020
7 ottobre 2020

Ore 8:30 - Stato di diritto: gli eurodeputati chiedono la protezione del bilancio e dei valori dell’UE

Parlamento europeo

Durante le discussioni in plenaria del 5 ottobre, gli eurodeputati hanno lanciato l’allerta sulla minaccia che incombe sui valori europei. Hanno infatti rimarcato come i fondi UE provenienti dal bilancio a lungo termine dell’UE e dal piano per la ripresa non dovrebbero essere affidati nelle mani di chi si adopera contro la democrazia e i diritti fondamentali in Europa.


I deputati hanno invocato un rafforzamento dello stato di diritto in tutta Europa, attraverso nuovi dispositivi e sanzioni efficaci per gli stati membri in caso di violazione. Gli eurodeputati hanno anche insistito affinché le istituzioni comunitarie concordino su regole chiare, perché la ricezione dei fondi europei sia connessa al rispetto dello stato di diritto. I membri del Parlamento europeo hanno inoltre giudicato inadeguata la proposta della presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea.

Che cos’è lo stato di diritto
Secondo l’Articolo 2 del Trattato sull’Unione europea, lo stato di diritto è uno dei valori fondanti dell’UE. Vale a dire che i governi dovrebbero essere vincolati dalla legge, che non dovrebbero prendere decisioni arbitrarie e che i loro cittadini dovrebbero essere in grado di contestarne l’operato in un tribunale indipendente.

Esso sancisce inoltre la lotta contro la corruzione, per cui alcuni traggono indebito vantaggio a danno degli altri, e protegge la libertà di stampa, assicurando così che la collettività sia adeguatamente informata sugli interventi del governo.

Lo stato di diritto è di interesse comune secondo i cittadini europei. Secondo un sondaggio dell’Eurobarometro pubblicato nel 2019, almeno l’85% dei partecipanti UE ha considerato essenziale o importante ogni aspetto dello stato di diritto.


Gli attuali dispositivi comunitari per la protezione dello stato di diritto
L’Unione europea ha a disposizione diversi strumenti per la protezione dello stato di diritto. La Commissione europea ha pubblicato il 30 settembre la prima relazione annuale sullo stato di diritto, che monitora sia gli sviluppi negativi che quelli negativi in relazione allo Stato di diritto di ciascun stato membro. La Commissione ha anche monitorato la situazione in Romania e Bulgaria dal loro ingresso nell’UE nel 2007.

Esiste inoltre il dialogo annuale sullo stato di diritto del Consiglio europeo, e l’attuale presidenza tedesca ha in programma per novembre l’organizzazione di dibattiti specifici per ogni stato membro, iniziando con cinque paesi UE.

Se la Commissione ritiene che uno stato membro stia violando il diritto europeo, può avviare una procedura d’infrazione che può portare a sanzioni finanziarie imposte dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. Un’altra procedura, sancita dall’Articolo 7 del Trattato sull’Unione europea, permette al Consiglio europeo di formulare raccomandazioni o di decidere all’unanimità sulle sanzioni nei confronti di uno stato membro, tra cui la sospensione dei diritti di appartenenza all’UE.

Perché servono ulteriori strumenti
Secondo gli europarlamentari, tutti gli strumenti finora adottati sono insufficienti. Durante le audizioni in corso a norma dell’articolo 7 riguardo alla Polonia e all’Ungheria, il Parlamento ha espresso il proprio rammarico sulla mancanza di un progresso significativo dei due stati membri sul tema.

Durante la seduta plenaria di lunedì sera, gli eurodeputati hanno accolto la relazione annuale sullo stato di diritto lanciata dalla Commissione, ma ha richiesto un rafforzamento dell’azione comunitaria. “Il solo monitoraggio non ridarà alla magistratura polacca l’indipendenza, né salverà il giornale ungherese Index”, ha detto Michal Šimečka (gruppo Renew Europe, Slovacchia).

Šimečka ha presentato un progetto di relazione, da votarsi il 7 ottobre, in cui viene richiesto un meccanismo che consolidi gli attuali strumenti e che istituisca un Ciclo di monitoraggio annuale con raccomandazioni specifiche per ogni stato membro, scadenze e obiettivi di attuazione. Il ciclo dovrebbe servire come base per attivare l’Articolo 7 o per sospendere i fondi di bilancio per uno stato membro.


Proteggere gli interessi finanziari dell’UE
La corruzione o la presenza di tribunali non indipendenti possono significare che non esiste una reale protezione contro l’uso improprio dei fondi UE destinati a uno stato membro. Nel 2018, la Commissione ha presentato una proposta legislativa con lo scopo di difendere gli interessi finanziari dell’UE, nel caso in cui vengano rilevate irregolarità nello stato di diritto.

La proposta prevede che la Commissione possa sospendere o ridurre i pagamenti dal bilancio dell’Unione europea a uno stato membro in caso di violazione dello stato di diritto. Il Consiglio europeo avrebbe possibilità di veto a maggioranza qualificata sulla decisione della Commissione.

Il Parlamento ha adottato la sua posizione sulla proposta ad inizio 2019, chiedendo di essere collocato su un piede di parità con il Consiglio in materia decisionale. Il documento è legato al risultato dei negoziati sul bilancio a lungo termine dell’UE, e il Parlamento ha ribadito che un accordo sul bilancio 2021-2027 è possibile solo se ci sarà sufficiente progresso in questa legislazione.

I leader europei hanno raggiunto nel luglio 2020 l’accordo di introdurre la condizionalità dello stato di diritto, per esempio subordinando la ricezione dei fondi europei di uno stato membro al suo rispetto dello stato di diritto. La presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea ha presentato una proposta di compromesso, giudicata debole dagli eurodeputati durante la sessione plenaria del 5 ottobre.

“Un meccanismo che non può nemmeno essere attivato nella pratica, a causa di procedimenti incerti e con potenziali scappatoie, è utile solo agli interessi di chi non desidera nessuna misura in azione”, ha detto Petri Sarvamaa, del Partito popolare europeo (Finlandia).

Il deputato tedesco Daniel Freund, (Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea), ha detto: “Lo sbarramento per questo meccanismo è così alto che sappiamo già non ci saranno mai conseguenze. Immaginiamo uno stato membro in cui il governo si disfa dei giudici che non gradisce - è accaduto in Polonia - : in questo caso, la Commissione deve dimostrare quanto questo stia costando per i contribuenti prima che [questo meccanismo] possa essere irrogato”.

Diversi europarlamentari hanno sottolineato che la posta in gioco è molto più alta che il solo bilancio comunitario. Iratxe García Pérez, presidente del di dei Socialisti e Democratici (Spagna), ha detto: “Lo stato di diritto rappresenta molto di più che la sola lotta alla corruzione - riguarda i nostri valori condivisi... I nostri valori sono il caposaldo dell’Unione europea; abbiamo bisogno di quei valori per fare progressi, per avanzare e non ci smuoveremo di un millimetro sulla difesa di quei valori”.
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