Nel corso della sessione plenaria tenutasi lunedì 8 marzo, i membri del Parlamento europeo hanno discusso la relazione redatta dalla Commissione giuridica sulla responsabilità delle imprese. Il testo è un’esortazione per la Commissione europea affinché presenti una legge che obblighi le aziende dell'UE a risolvere gli aspetti problematici delle loro catene del valore, ossia quelli che potrebbero violare i diritti umani (compresi i diritti sociali, sindacali e del lavoro), danneggiare l'ambiente (per esempio, riguardo a ciò che concerne il cambiamento climatico) e non rispettare la buona governance.
Fare la cosa giusta non dà a un'impresa un vantaggio competitivo nel breve periodo. Nella relazione viene affermato che la mancanza di un approccio comune a livello europeo su questo problema potrebbe portare uno svantaggio alle aziende più proattive sulle questioni sociali e ambientali. Le nuove norme interesserebbero tutte le grandi imprese dell'UE, così come le PMI quotate in borsa e le PMI che, per esempio, condividono con le aziende più grandi delle catene di approvvigionamento "rischiose".
Secondo i membri del Parlamento europeo, simili vincoli dovrebbero però interessare anche le imprese al di fuori dei confini dell'UE. Ciò significa che tutte le aziende intenzionate ad accedere al mercato interno europeo, comprese quelle con sede al di fuori dell'Unione europea, dovrebbero dimostrare di rispettare gli obblighi di dovuta diligenza in materia di ambiente e diritti umani.
Inoltre, gli eurodeputati chiedono che siano meglio protetti i diritti dei portatori di interesse e delle vittime nei paesi terzi, ossia soggetti caratterizzati solitamente da particolare vulnerabilità. Richiedono, inoltre, che venga vietata l'importazione di prodotti collegati a gravi violazioni di diritti umani, come il lavoro forzato o quello minorile.
"Questa settimana il Parlamento europeo ha la possibilità di diventare un leader nella condotta responsabile delle imprese", ha detto la relatrice Lara Wolters (Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici, Paesi Bassi) nel corso del dibattito tenutosi lunedì.
"Per le imprese, stiamo creando condizioni di parità e chiarezza giuridica. Per i consumatori, stiamo garantendo prodotti equi. Per i lavoratori, stiamo offrendo più protezione. Per le vittime, stiamo migliorando l’accesso alla giustizia. E per l'ambiente, stiamo facendo un passo atteso da tempo".
A febbraio del 2020, la Commissione ha pubblicato uno studio in cui è stato evidenziato come solo una società su tre nell'UE stia attualmente adottando una qualche forma di misura di dovuta diligenza e come il 70% delle imprese europee sia favorevole all’introduzione di regole di dovuta diligenza a livello europeo.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata