11 settembre 2021

L’intermediario abbandonato

Autore: Paolo Iaccarino
Sacrificati sull’altare della burocrazia. Non vi è altro modo per rappresentare quanto stia accadendo a danno di tutti gli operatori del settore tributario. In risposta al Question time avente ad oggetto ulteriori chiarimenti in ordine all’erogazione del contributo a fondo perduto “perequativo” previsto a favore dei soggetti colpiti dall’emergenza epidemiologica in corso, la Senatrice Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, in maniera davvero ingenua, troppo ingenua, rivela quale sia, da parte di questa politica, l’attuale considerazione degli intermediari abilitati all’invio delle trasmissioni telematiche.

Non c’è che dire. La nostra azione è diventata talmente indispensabile da essere stati chiamati pubblicamente a sostituire le strutture ministeriali addette normalmente alle elaborazioni economiche e finanziarie necessarie per l’attuazione delle norme tributarie. Attività, si capisce, da prestare rigorosamente in via gratuita. Questo, almeno, è quanto emerge pubblicamente dalla risposta del Sottosegretario al MEF chiamata a fornire chiarimenti circa i tempi di attuazione delle disposizioni aventi ad oggetto il contributo a fondo perduto “perequativo”.
Incalzata dall’interrogante circa i ritardi accumulati per l’emanazione del decreto attuativo finalizzato all’individuazione della percentuale minima del peggioramento del risultato d’esercizio per l’accesso al contributo, nonché alla determinazione della percentuale da applicare alla differenza tra i risultati economici dei due esercizi di riferimento ai fini del calcolo del contributo medesimo, la Senatrice Guerra afferma pubblicamente come tale Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze non potrà essere emanato prima che sia stato elaborato il contenuto delle dichiarazioni dei redditi per le quali l’intero settore tributario è stato chiamato a fare i salti mortati.

Spudoratamente viene affermato, infatti, che “il cennato decreto attuativo sarà emanato successivamente al 30 settembre 2021 in quanto la percentuale minima di peggioramento del risultato economico d’esercizio per accedere al contributo e la percentuale da applicare per la quantificazione dell’ammontare del contributo stesso devono essere determinate tenendo conto dei dati indicati nelle dichiarazioni dei redditi trasmesse entro il 30 settembre 2021, al fine di garantire il rispetto dello stanziamento delle risorse di cui all’articolo 1, commi 25 e 25-bis, del decreto Sostegni-bis”.

Orbene, i dubbi, che con il passar del tempo erano divenuti certezze, sono ormai dissolti. Sin dall’origine si era avuta l’impressione che tutto questo fosse un gioco perverso, il sacrificio di una categoria a favore della collettività, l’ennesimo tentativo di abusare della disponibilità da sempre mostrata quando, cambiamento dopo cambiamento, semplificazione dopo semplificazione, è stato necessario adeguare le procedure al nuovo contesto storico.

Alla luce delle parole della Senatrice Guerra, quella del 30 settembre 2021 non sarà la dichiarazione dei contribuenti, ma un esperimento di programmazione economico finanziaria sulle spalle degli intermediari abilitati. Tutto questo non è accettabile. Pur di anticipare di qualche mese l’erogazione dell’ennesimo contributo a fondo perduto, la politica, tutta, ha deciso, pur non conoscendo le reali implicazioni, di sacrificare alcuni, gli intermediari, per il bene dei più. Non sazia dell’enorme attività di elaborazioni dati prestata gratuitamente all’Amministrazione Finanziaria, la politica non ha resistito ed è caduta ancora una volta in tentazione, chiedendo l’ennesimo sacrificio non remunerato agli intermediari abilitati. Come biasimarla, dopotutto. Incapaci di reagire e troppo pochi per pesare davvero sulle prossime elezioni politiche, chi non avrebbe fatto lo stesso?
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