Commercialisti...al via "la corrida"

Cari amici e colleghi,
è proprio vero: viviamo in un incessante stato di campagna elettorale. Mentre in tv, nelle piazze e nelle nostre città capeggiano confronti politici, belle promesse e manifesti con nobili propositi, non posso non indignarmi per quanto sta ancora una volta per accadere nella categoria. E infatti, in vista della prossima tornata elettorale che coinvolge gli ordini locali prima e poi entro la fine dell'anno il Consiglio Nazionale, inizia il consueto gioco al massacro, non contenti di quanto già accaduto in passato. Dopo circa due anni di commissariamento e due di governance, essere di nuovo in clima di campagna elettorale sembra quasi una barzelletta. C'è però ben poco da ridere se penso allo spauracchio che si possano creare nuovamente guerre intestine o che possano nascere opposte fazioni, con il conseguente blocco delle attività istituzionali e così di nuovo una categoria divisa e proprio per questo facilmente attaccabile. Ho letto già alcuni giornali qualche giorno fa e temo che la "corrida" sia pronta ad investire ancora una volta la nostra, ormai sempre più spesso bistrattata, categoria.

Abbandonata ad affogare tra scadenze e ritardi. Persa in campagna elettorale invece che avvinta da battaglie ben più importanti come spronare una proroga che, se concessa il 15 giugno, non servirà a nessuno. Sapete quanto mi stia a cuore la nostra categoria. Io sono sempre stato abituato a lottare a testa bassa, non mi sono mai arreso alla condizione di subalterno e ho sempre lottato per ottenere quello che volevo. Ecco, io penso che ora sia il momento della nostra rivalsa, amici. Mi permetto di fare un appello accorato a tutte le "presunte" parti in causa, abbiamo bisogno di unità non di spaccature. Cerchiamo di non farci trascinare dalla corrente dei dissidi e delle divisioni, non facciamoci schiacciare ancora una volta. Ci sono tanti colleghi che vivono situazioni dolorose, che faticano ad arrivare alla fine del mese, oberati dagli impegni, mal pagati, dimenticati, persi nei meandri di una professione che, lo sappiamo bene, a volte non perdona. So che la nostra categoria è molto meglio di politicanti che sbraitano. Possiamo essere diversi, più forti, più uniti ma dobbiamo cambiare mentalità, non restare ancorati al nostro piccolo mondo antico.

È arrivato il momento di guardare oltre.

È arrivato il momento di rialzare la testa.

Io ci credo ancora al sogno di vederci marciare uniti. Perché come diceva Gabriele D'Annunzio il sogno bisogna amarlo, pur se ti tormenta.