12 luglio 2017
12 luglio 2017

ore 09.53 - Presentato ieri, alla UIL, l’archivio digitale sulla contrattazione di secondo livello

Si è svolto ieri, a Roma, il convegno organizzato dall'Unione Italiana del Lavoro (UIL), dedicato alla "Contrattazione 4.0: innovazione e Tecnologia per negoziare in tutte le Imprese".

All'evento, che si è aperto con la presentazione di DIGIT@UIL, il primo software informatico di archiviazione e analisi che fotografa l'attuale situazione della contrattazione decentrata in Italia, ha partecipato anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, che è intervenuto in una tavola rotonda moderata da Antonio Passaro, Responsabile Ufficio Stampa UIL, insieme a Tiziano Treu, Presidente del CNEL; Marco Leonardi, Consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Michele Faioli, Professore di Diritto del Lavoro dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata".

"L'archivio digitale sulla contrattazione di secondo livello è un progetto interessante che mette a disposizione dei contenuti dinamici e può diventare uno strumento per farci capire quali leggi vengano poi concretizzate nei contratti e quali no - ha dichiarato il Ministro Poletti nel corso del suo intervento. L'obiettivo può essere quindi quello di implementare la relazione tra le leggi e i contratti".

È evidente che la contrattazione decentrata costituisce un elemento indispensabile per migliorare le condizioni di lavoro, conciliandole con le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che per rendere le aziende più competitive. La quarta rivoluzione industriale pone delle sfide che vanno governate e indirizzate in modo da trasformarle in un'opportunità di sviluppo, salvaguardando al contempo occupazione e imprese. Il Ministro ha ricordato che quando si parla di Industria 4.0 non bisogna solo pensare agli investimenti materiali. La conoscenza è la nostra più grande ricchezza. È per questo che gli investimenti in conoscenza, sapere e formazione devono avere una premialità speciale.

Nel suo intervento, il Ministro del Lavoro ha posto in luce come non siamo riusciti a distinguere la crisi, che ha indebolito il sistema produttivo, dall'avanzamento della diffusione dell'innovazione. "Oggi riusciamo a vederli in modo nitido e abbiamo attivato dei tavoli di lavoro allargati per confrontarci sul tema del lavoro che cambia - ha spiegato Poletti. I cambiamenti viaggiano ad una velocità diversa dai tempi che occorrono per scrivere una legge o un contratto. Nasce l'esigenza di ragionare tutti insieme su come affrontare l'evoluzione tecnologica e intervenire in anticipo. È importante quindi che ciascuno dia il proprio contributo: le parti migliorando la qualità della contrattazione; le istituzioni creando un buon contesto in cui operare".

Sul salario minimo, Poletti ha ricordato come finora il Governo ha deciso di non intervenire, nonostante una specifica delega contenuta nel Jobs Act prevedesse questa possibilità, perché nel nostro Paese c'è un gran numero di contratti con una copertura larghissima. La definizione di un salario minimo sarebbe stata riferibile a un numero limitato di imprese e lavoratori non coperti da questa contrattazione. "La nostra scelta è che le parti abbiano una loro responsabilità e che la debbano esercitare. Continuiamo su questa strada di confronto reciproco dove ognuno fa la parte che gli compete", ha concluso il Ministro.
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