8 agosto 2023

Emergenza taxi, obiettivo: +20%

Esclusa l’ipotesi di cumulabilità delle licenzex

Autore: Valentina Vitale
Prendere un taxi a Milano, Roma e in molte città italiane, è un’impresa quasi impossibile, soprattutto durante le vacanze, quando i turisti aumentano e a far da ostacolo ci si mettono anche gli scioperi dei mezzi pubblici. Code di oltre 60 minuti sotto il sole, e una volta che si riesce a salire sul taxi una viabilità inadeguata con strade, spesso, piene di cantieri da circumnavigare che rallentano il percorso.

Qualche numero- Pensate che negli ultimi 5 anni, i taxi sono aumentati di sole 30 unità nei Comuni capoluogo di provincia. Infatti, secondo i dati Istat, nel 2021 erano in circolazione 22.723 taxi nei capoluoghi, con una variazione di appena 30 vetture in più rispetto alla rilevazione analoga del 2016. I dati dell'Autorità di Regolamentazione dei trasporti censiscono attorno alle 7.900 licenze attive a Roma, 4.855 a Milano, quasi 2.400 a Napoli, 1.500 a Torino, poco più di 700 ciascuna a Firenze e Bologna, circa 320 a Palermo.
A Milano ci sono 35,6 licenze ogni 10 mila abitanti, a Torino 17,5, a Roma 27,4: è evidente che i taxi a disposizione sono troppo pochi per il numero di richieste, che cresce a dismisura nei periodi di vacanze e rendono impossibile usufruire di questo servizio minimo di trasporto.

Quanti taxi in più che servirebbero?- Il punto è proprio questo, ad esempio Roma avrebbe bisogno di almeno 5 mila nuovi taxi, ovvero di un aumento del 65.5%, come rilevato da uno studio del 2019 sui servizi per la mobilità di Roma, l’agenzia del Comune che si occupa di pianificazione e monitoraggio del trasporto pubblico.

I numeri dei taxi nelle città italiane, infatti, sono molto distanti da quelli delle principali città europee dove, in alcuni casi, il servizio è stato più liberalizzato. A Londra, censisce il sito del governo, ci sono 14.600 licenze per i cab neri e poi 80mila guidatori di noleggio privato. A Parigi uno studio del 2018 del ministero della Transizione Ecologica francese riporta 17.500 licenze attive.

Pochi taxi, la soluzione del Governo - Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini e quello delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine di un vertice del Cdm con Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Raffaele Fitto, Giancarlo Giorgetti, Alfredo Mantovano, hanno tirato fuori un decreto legge, che è stato approvato lunedì 7 agosto dopo l’ultimo Consiglio dei ministri prima delle ferie estive. Vediamo i punti principali, insieme.

I comuni capoluogo di Regione, le città metropolitane e i comuni sedi di aeroporto internazionale saranno autorizzati a incrementare il numero delle licenze di taxi al massimo del 20% delle licenze esistenti, ma rigorosamente affidate tramite un concorso straordinario aperto a nuovi operatori. Non più, dunque, come inizialmente proposto a chi è già titolare di una licenza o ha svolto il ruolo di sostituto alla guida.

Per l’assegnazione c’è solo un obbligo: quello di usare veicoli non inquinanti. Il decreto prevede infatti incentivi raddoppiati, rispetto a quelli del 2022, per l'acquisto di auto non inquinanti da parte di taxi e Ncc.


Inoltre, per incrementare il servizio in occasione di particolari eventi, come il previsto Giubileo 2025 o le Olimpiadi di Milano-Cortina, che porteranno nelle nostre città decine di milioni di pellegrini e visitatori, per cui ci sarà un prevedibile aumento della domanda di taxi, si darà ai Comuni, in via sperimentale, a titolo gratuito o oneroso, la possibilità di concedere licenze taxi temporanee prorogabili sino a un massimo di 24 mesi, esclusivamente però a soggetti già titolari di licenze e che già operano nel mercato, che potranno poi affidarle a terzi (anche a titolo oneroso). Si promuove il ricorso alla possibilità di turnazioni integrative e doppia guida, ampliandola a livello nazionale.

A fissare il prezzo della licenza sarà “ciascun comune sulla base di una ricognizione del valore locale di mercato delle licenze per l’esercizio del servizio di taxi”.

Regolazione del traffico e corsi preferenziali per taxi- Per migliorare il servizio dei taxi, inoltre, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, è stipulata un’intesa in sede di Conferenza unificata per l’individuazione di soluzioni di regolazione del traffico e corsie preferenziali nelle aree urbane finalizzate ad accelerare la velocità commerciale. L’intesa verterà anche sulla realizzazione di aree di sosta, con l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, idonee a garantire un ordinato utilizzo del servizio specialmente nelle zone come stazioni e aeroporti.

Opinioni sul decreto e iter parlamentare e iter parlamentare - Certo è evidente che questa aggiunta del 20% di taxi, non potrà mai soddisfare la necessità emersa dagli studi di avere circa il 65,5% di taxi in più a disposizione.

Lo sciopero minacciato dai tassisti con alcune sigle sindacali, ha fatto riflettere il Governo che ha scelto di escludere l’ipotesi di cumulabilità delle licenze definitive, che non avrebbe intaccato minimamente lo status quo, favorendo i “tassisti già tassisti" e sfavorendo la concorrenza.

Inizia a settembre l’iter parlamentare per cui ci saranno ulteriori confronti e il provvedimento potrà essere ulteriormente implementato. Sarà molto attenta ad ogni benché minima modifichi la categoria dei tassisti, che in questi mesi si è opposta con accanite proteste all’aumento del numero licenze, perché potrebbe per loro significare un aumento della concorrenza e una riduzione del loro valore, in linea con ciò per cui combatte da anni, ovvero una regolamentazione più stringente per servizi di noleggio con conducente o di quelli offerti dalle piattaforme digitali di guida con autista come Uber.

Vedremo come andranno le cose e se, per le strade delle città che in queste settimane sono prese d’assalto dal turismo, le code di gente in fila per un taxi diminuiranno, ma intanto è normale chiedersi se, come auspicato, è questa davvero una soluzione improntata all'efficienza e trasparenza nei confronti del cittadino, all'equità per i tassisti e al rispetto delle regole del mercato.
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