12 ottobre 2015

Cndcec. Il Congresso nazionale alle porte

“Semplificare per crescere. I commercialisti, energia per lo sviluppo” 15 e 16.10 a Milano

Autore: Redazione Fiscal Focus
Il Congresso nazionale - Questa settimana sarà particolarmente importante per i dottori commercialisti e per gli esperti contabili. Il Consiglio nazionale della categoria ha infatti organizzato per il 15 e il 16 ottobre il quarto Congresso nazionale dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, intitolato “Semplificare per crescere. I commercialisti, energia per lo sviluppo”, a Milano, presso il MiCo. Per queste due intense giornate, ricche di proposte di semplificazione e razionalizzazione della categoria su fisco ed economia, si prevedono già circa duemila presenza da parte degli iscritti. E anche sul fronte della rappresentanza istituzionale la partecipazione sarà di tutto rispetto. Rilevanti saranno infatti gli attesi interventi delle personalità di spicco della politica, delle istituzioni e del mondo imprenditoriale, tra i quali si menzionano il viceministro dell’Economia, Luigi Casero, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, e il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti. I lavori saranno aperti dalla relazione introduttiva del presidente nazionale dei commercialisti, Gerardo Longobardi.

La mission - È stato lo stesso numero uno della categoria che nei giorni scorsi ha preso la parola per presentare l’evento al quale stiamo andando incontro. “Questo congresso sarà fortemente caratterizzato dalla concretezza delle proposte che presenteremo, in ambiti tra loro diversi ma tutti egualmente decisivi per un migliore funzionamento del sistema economico. Le nostre assise cadono in un momento particolare per l’economia del Paese, in cui sempre più decisi sembrano farsi i segnali di ripresa. Una fase in cui le specializzazioni e le competenze della nostra professione possono davvero fare la differenza”, ha sottolineato con chiarezza il presidente Longobardi, evidenziando altresì la propria convinzione che “la ripresa economica vada aiutata anche con una radicale semplificazione del nostro sistema fiscale e normativo. Ma siamo anche certi che semplificazione debba fare necessariamente rima con stabilità e certezza del diritto. Un fronte sul quale l’Italia è ancora in ritardo, con conseguenze negative sull’appeal complessivo del sistema Paese. L’impegno dei commercialisti italiani è quello di fornire alla politica e alle istituzioni un pacchetto di proposte concrete che puntano proprio a colmare questo ritardo. Dal nostro congresso emergerà con forza il profilo di una professione al servizio di cittadini e imprese”. La posizione del capo del Consiglio nazionale non è ovviamente isolata, ma ha trovato conforme compagnia in quella del presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano, Alessandro Solidoro, secondo il quale “l’Italia non riporta sempre consensi incoraggianti in ambito internazionale. La legislazione è complessa, diffusi i dubbi interpretativi con alto rischio di contenzioso, i costi di compliance sono elevati, i rapporti tra fisco e contribuenti sono spesso basati su principi di reciproca diffidenza. Un quadro che scoraggia le imprese italiane a insediarsi all’estero ma anche le aziende straniere a investire in Italia. Occorre elaborare un nuovo progetto fiscale che permetta al Paese di competere nello scenario internazionale, con vantaggi tangibili tanto per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, quanto nell’insediamento in Italia d’imprenditori stranieri”.

Gli argomenti – Come abbiamo annunciato in premessa, i due giorni saranno densi di spunti per riflessioni e proposte. Tra i temi posti nel calderone della discussione si potrà pertanto spaziare dal Fisco ai beni sequestrati alle mafie, dagli insediamenti produttivi strategici ad argomenti inerenti a enti pubblici, imprese, terzo settore, diritto societario, lavoro, evoluzione tecnologica. “Al congresso nazionale presenteremo le nostre proposte di una legislazione ad hoc che sappia coniugare la certezza del diritto con l’equa imposizione della base imponibile. Serve un passo in avanti imperniato sulla sostanza economica delle operazioni e non su un premeditato, reciproco, sospetto. Occorre una piattaforma condivisa che impegni cittadini, imprese, politica, amministrazione e professionisti”, ha concluso Alessandro Solidoro.
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