14 aprile 2018

CNDCEC: riorganizzazione digitale degli studi professionali

Autore: Ester Annetta
Il gruppo di lavoro “Impatto della fatturazione elettronica e della digitalizzazione sull’organizzazione degli studi professionali” dell’Area del CNDCEC Innovazione e Organizzazione degli studi professionali, delegata al Consigliere Maurizio Giuseppe Grosso, ha messo a punto il documento “I servizi contabili nell’era della digitalizzazione: il passaggio dalla contabilità analogica alla contabilità digitale e le opportunità per il commercialista - Prime osservazioni alla luce della normativa sulla FE obbligatoria tra privati”, pubblicato ieri sul sito istituzionale.

Partendo dalle previsioni contenute nella Legge di Bilancio 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205), che ha esteso l’obbligo della fatturazione elettronica ai rapporti tra privati (attualmente esso è difatti previsto nei confronti della sola Pubblica Amministrazione), al fine di incrementare la capacità dell’Amministrazione finanziaria di prevenire e contrastare l’evasione nell’ambito Iva e, al tempo stesso, di avviare un percorso di semplificazione, il documento si prefigge compiere una prima valutazione sull’impatto della digitalizzazione dell’attività degli studi professionali derivante dall’introduzione del detto obbligo.

La normativa ha previsto che, a partire dal 1° luglio 2018, l’emissione di fattura elettronica obbligatoria riguarderà le cessioni di carburanti per autotrazione e le prestazioni rese da subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese nell’ambito degli appalti pubblici; dal 1° gennaio 2019 sarà poi estesa a tutte le altre operazioni tra soggetti privati.

In questo quadro, considerato che la maggior parte della clientela degli studi professionali è costituita da soggetti tenuti alla contabilità semplificata ed il mercato dei servizi contabili e fiscali è molto vasto, il commercialista che non si faccia trovare preparato a fronteggiare con adeguati strumenti le richieste provenienti dai nuovi obblighi normativi rischia certamente di soccombere alla concorrenza. Ecco, allora, la necessità di convertire questo rischio potenziale in una opportunità, preparando gli studi – in particolare quelli più piccoli e meno strutturati – ad attrezzarsi adeguatamente e consapevolmente per il passaggio dalla contabilità analogica a quella digitale.

Il documento intende perciò suggerire ai commercialisti alcune possibili vie da percorrere per fornire un servizio più efficiente e mantenere al tempo stesso un ruolo strategico nel rapporto con l’impresa e l’imprenditore. A tal fine, esso presenta un nuovo modello di contabilità – definito, appunto, “digitale” - basato sulla gestione diretta da parte dello studio del processo di emissione, contabilizzazione e conservazione della fattura elettronica, in un sistema in cui cliente e studio interagiscono telematicamente, condividendo lo spazio digitale entro il quale si svolge il processo di fatturazione.

Il nuovo modello, semplificando i sistemi contabili e amministrativi aziendali, punta a renderli più efficienti ed a migliorarne il grado di affidabilità, alleggerendo tra l’altro alcuni passaggi richiesti dal sistema tradizionale - quali la registrazione contabile e la raccolta della documentazione cartacea - che, invece, una volta digitalizzati, potranno essere, in tutto o in parte, reindirizzati alle fasi più propriamente di validazione e controllo dei processi, oltre che di sistemazione e analisi dei dati, con la conseguenza di efficientare il servizio alla clientela.

L’analisi del modello è stata eseguita ipotizzando che il cliente dello studio sia un’impresa in contabilità semplificata e che lo studio abbia una soluzione software integrata composta da tre moduli: quello di contabilità, quello di gestione elettronica documentale (GED) (che consente ai clienti la produzione da remoto delle fatture di vendita e l’accesso ai documenti archiviati) e il modulo di conservazione documentale digitale. Il modello prevede inoltre che lo studio emetta la fattura per conto dei propri clienti apponendo la firma remota o automatica ai dati della fattura inseriti dal cliente sulla piattaforma GED e riceva per conto del cliente le fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio.

Il documento segnala anche alcune criticità legate all’introduzione della fatturazione obbligatoria tra privati, rilevando, ad esempio, come la fattura tradizionale dovrà continuare ancora a sopravvivere in alcuni casi - quali la cessione di beni o di prestazioni di servizi tra soggetti non residenti, non stabiliti o non identificati nel territorio dello Stato e quelle in cui si applichino regimi Iva speciali - e come inevitabili saranno le difficoltà di raccordo pratico tra le nuove normative in tema di “regime di cassa” per le semplificate e di detrazione dell’Iva.

Sulla necessità di non farsi cogliere impreparati dall’avvento del nuovo sistema di fatturazione elettronica si è espresso lo stesso Presidente del CNDCEC, Massimo Miani, rilevando come la fatturazione elettronica obbligatoria sia un processo inevitabile, che deve, però, essere gestito al meglio. Da ciò la reiterata richiesta che la sua introduzione sia più graduale, al fine di dare la possibilità alle piccole e piccolissime imprese di prepararsi adeguatamente ad una novità di portata tanto considerevole, onde evitare il rischio che si incappi in difficoltà simili a quelle già verificatesi con l’introduzione dello spesometro.

Il Consigliere delegato Maurizio Grosso, a sua volta, ha spiegato che la forte accelerazione impressa dalla fatturazione elettronica alla piena digitalizzazione dei servizi contabili alla clientela impone di essere proattivi e tempestivi, sia investendo in nuove soluzioni informatiche e in formazione del personale, sia verso i clienti, soprattutto quelli meno attrezzati sul digitale, “che, dovendo obbligatoriamente riorganizzarsi, potranno trovare nel commercialista un valido punto di riferimento”.
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