19 ottobre 2017

Focus sulle società di persone: criticità ed ipotesi di modifica della disciplina in un documento della FNC

Autore: ESTER ANNETTA
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato sul proprio sito, lo scorso 17 ottobre, il documento di ricerca “Società di Persone: criticità e prospettive di modifica della disciplina alla luce dei dati statistici”, elaborato dai ricercatori Cristina Bauco, Tommaso di Nardo e Gabriella Trinchese.

La ricerca mira a compiere un’analisi sulla diffusione e l’attuale impiego della struttura delle società di persona nell’ambito dell’attività commerciale e, più in generale, nella stessa configurazione dei rapporti societari tra persone, al fine di evidenziarne i vantaggi e le criticità anche da un punto di vista normativo oltre che pratico-funzionale.

Si parte, pertanto, da un’analisi dell’attuale disciplina normativa, che, rispetto a quella del suo impianto codicistico – e ha differenza di quella relativa alle società di capitali ed alle cooperative – non ha subito sostanziali mutamenti, fino ad arrivare ai riscontri concreti dell’impiego attuale della detta fattispecie societaria, analizzando l’andamento delle costituzioni e delle cessazioni delle società di persone rilevato negli ultimi vent’anni.

La prima parte dello studio, nel compiere l’indagine sulla disciplina giuridica delle società di persone, muove anzitutto dalla connotazione stessa della relativa fattispecie, evidenziandone le caratteristiche più rilevanti, ed in particolare: da un lato, la previsione della responsabilità illimitata dei soci quale sua caratteristica precipua, rispondente ad una finalità di maggiore e più diretta tutela dei terzi creditori; dall’altra, la possibilità di un suo impiego anche per l’esercizio di attività non commerciali. Su tutto, la formulazione di una disciplina conseguentemente più snella e svincolata dai molti canoni che, viceversa, sono richiesti per l’esistenza ed il funzionamento delle – in tal senso più complesse - società di capitali: dalla forma dell’atto costitutivo, ai criteri di funzionamento delle assemblee, alla normativa indicata per la formazione dei bilanci.

Ma, se in passato la snellezza della disciplina poteva risultare un vantaggio, essa, con il mutare della realtà economica e le nuove esigenze derivate tanto dai mercati che dall’adattamento della normativa nazionale a quella comunitaria, hanno finito per tradursi in criticità che hanno progressivamente portato all’abbandono dello schema delle società di persone, tra l’altro favorito anche dall’introduzione di altri più agili e meglio rispondenti alle concrete esigenze degli imprenditori (si pensi alle s.r.l. unipersonali, semplificate, a capitale ridotto).

Tuttavia, nonostante le riduzioni, il numero di società di persone ad oggi esistente ed operativo è, come rileva la ricerca, ancora particolarmente consistente: quelle attive sono 813.228 nel 2016 contro 1.040.095 registrate; i modelli Unico Società di persone presentati nel 2015 sono 880.097 contro 1.122.212 di Unico Società di capitali, di cui 985.520 sono relativi alle s.r.l.

Da ciò, dunque, l’intento del documento di sollecitare la riflessione sulla necessità di interventi normativi che ammodernino – in un certo senso – la disciplina di una struttura societaria che ha evidentemente ancora ampia capacità di impiego e di rispondenza a particolari esigenze.

Attraverso l’analisi delle criticità dell’attuale normativa lo studio vuole quindi suggerire – nella prospettiva di un possibile dialogo, a ciò diretto, con le istituzioni e specificamente indirizzato a quegli aspetti che risultino di maggior rilevanza e coinvolgimento per la professione – una revisione della disciplina vigente, in particolare con riguardo alla formalizzazione dei procedimenti decisionali (in assenza di una specifica disciplina delle riunioni dei soci e, dunque, delle assemblee), col fine di tutelare in maniera più adeguata gli interessi dei soci e il diritto di informazione dei terzi.

Analoga necessità porta anche a dover rivedere, in maniera più precisa e dettagliata, la disciplina del procedimento di scioglimento e di successiva messa in liquidazione della società di persone, nonché altri aspetti che attengono alle previsioni dell’atto costitutivo, in particolare con riguardo al capitale, ai conferimenti, alla durata ed al recesso.

Una serie di esigenze che, peraltro, trovano anche conforto nel rilievo che la nostra attuale normativa risulta molto più scarna di quella di analoghi modelli stranieri: l’ultimo paragrafo di questa prima parte del documento si sofferma difatti sulla comparazione con i modelli di società di persone vigenti nei principali Paesi di Civil Law.

Nella seconda parte del documento, come accennato, viene effettuata un’analisi sulla dinamica delle società di persone negli ultimi 20 anni, ed in particolare nel più recente ultimo decennio.

Si parte da un’analisi dei dati emergenti dal Registro delle Imprese a partire dal 1995 e fino al 2016, considerando sia quelli relativi al raffronto tra società iscritte e società attive, sia i dati specifici riferiti alle percentuali di impiego del tipo società di persone/di capitali.
L’indagine prosegue poi con l’analisi dei dati relativi alle Dichiarazioni fiscali presentate tra il 2008 ed il 2016, con evidenziazione delle relative variazioni, e si conclude con l’indicazione dei dati sulle imprese risultanti dall’Archivio Statistico Imprese Attive dell’ISTAT.
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