24 marzo 2017

I PRINCIPALI OBIETTIVI DEL NUOVO CNDCEC ESPOSTI NEL CORSO DELL’ASSEMBLEA DEI PRESIDENTI

Autore: Ester annetta
L’Assemblea degli Ordini (tornata invero alla sua tipica connotazione di Assemblea dei Presidenti, esauritasi la parentesi del periodo transitorio che vi aveva invece coinvolto anche i Vicepresidenti) convocata per l’approvazione del bilancio consuntivo 2016 e preventivo 2017, è stato il primo appuntamento previsto dal calendario istituzionale del nuovo Consiglio Nazionale.

L’incontro si è tenuto a Roma presso l’Hotel Roma Life ed ha registrato una grande partecipazione, vista la presenza dei rappresentanti di 121 Ordini territoriali. A presiederlo, il Presidente Nazionale Massimo Miani; con lui presenti altresì il Vicepresidente Davide Di Russo, il Segretario Achille Coppola ed il Tesoriere Roberto Cunsolo.

Fra i temi trattati nella relazione del Presidente – che ha voluto anzitutto ringraziare il lavoro compiuto dai suoi predecessori Gerardo Longobardi e Claudio Siciliotti – l’attenzione è stata in particolare rimarcata sugli argomenti che rappresentano il maggior contributo fattivo che il programma del nuovo Consiglio vuole espletare nei confronti della categoria, nell’intendo di allinearla alle attuali esigenze sociali, politiche ed economiche.

Pertanto, sostenendo la necessità che la professione, per risollevarsi dalla propria crisi - che evidentemente deriva da quella del contesto generale - debba necessariamente evolversi per adattarsi alle nuove realtà piuttosto che trincerarsi nella difesa delle posizioni già conquistate, Miani ha esposto anzitutto l’importanza di un’azione finalizzata ad ottenere risultati diretti e concreti per la categoria. Obiettivo che dovrebbe essere considerato in termini quasi di reciprocità rispetto ai vantaggi che in passato l’impegno dei commercialisti ha favorito, con l’ottenere per l’amministrazione finanziaria la riduzione dei suoi costi. Con ciò volendo dunque intendersi la necessità che il ruolo dei commercialisti venga riconosciuto e ripagato con un loro maggior coinvolgimento – accanto alle Istituzioni – nei processi di formulazione della normativa che li coinvolge piuttosto che doverla subire, com’è accaduto proprio in occasione dell’istituzione del fisco telematico che ha notevolmente complicato gli adempimenti (ed i costi) degli studi professionali.

E’ quanto lo stesso Miani aveva già sollecitato nel corso di Telefisco lo scorso febbraio ed ha continuato a richiedere durante i successivi incontri avuti col MEF, grazie ai quali dei primi risultati sono stati raggiunti, essendosi ottenuta la partecipazione del Consiglio Nazionale ai Tavoli tecnici sull’antiriciclaggio, sul fisco digitale e sull’interpretazione delle nuove norme fiscali.
Miani ha anche insistito sulla necessità del riconoscimento, per i commercialisti, del ruolo di certificatori, pure questo un obiettivo per il cui raggiungimento sono state avviate interlocuzioni con il MEF e l’Agenzia delle Entrate.
Si è poi soffermato sull’importanza delle specializzazioni come strumento di selezione destinato ad ampliare le competenze dei professionisti, rimarcando a riguardo l’importanza dell’attività svolta dalla Scuole di Alta Formazione, e ribadendo la necessità di ottenere il riconoscimento giuridico delle specializzazioni onde ricondurre nell’ambito delle funzioni svolte dal commercialista tutta una serie di attività ormai praticate in misura ampiamente diffusa, al punto da aver determinato la nascita di albi di figure che hanno assorbito molte delle competenze della professione.

Nel programma del nuovo Consiglio vi è pure l’intenzione di investire nell’attività di lobby a livello europeo, affinché, anche con riguardo alla produzione normativa derivante da quella europea, non si abbia a soffrire della mancanza di coinvolgimento della professione con la conseguenza di doverne subire le previsioni. Per tale ragione, ha riferito Miani, è stata istituita fra le aree delegate predisposte dal Consiglio quella alle Politiche comunitarie per lo sviluppo della professione, col compito di monitorare e l’attività e la normativa europee.
In questo complessivo quadro di intervento a favore dell’implicazione dei commercialisti nei processi decisionali di loro interesse si colloca pure la notazione del Presidente riguardo al ruolo della Fondazione Nazionale dei Commercialisti quale ente votato alla ricerca, che, nelle intenzioni del Consiglio, dovrà essere incentivata affinché tuttavia non produca soltanto documenti di rilievo scientifico utili ai commercialisti e ad altri operatori del settore economico ma sia diretta anche ad individuare ed indicare interventi legislativi a vantaggio della categoria.
Miani ha poi espresso un commento positivo riguardo alla reintroduzione del collegio sindacale nelle srl prevista nel decreto sulla riforma delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza, sottolineando l’importanza così riconosciuta al ruolo dei controlli nelle società.

Ha viceversa commentato con sfavore il testo del Ddl di riforma della disciplina della crisi d’impresa e dell’insolvenza, approvato pochi giorni fa dalla Camera, ove si prevede che solamente gli Organismi di Composizione della Crisi istituiti presso ciascuna Camera di Commercio potranno assistere il debitore nella procedura di composizione assistita della crisi e non anche quelli iscritti al Ministero della Giustizia, fra i quali rientrano quelli dei commercialisti.

Infine il Presidente ha affrontato la questione della necessità di una modifica dell’ordinamento professionale, considerato ormai datato rispetto alle nuove esigenze della professione, riferendo l’intenzione del Consiglio Nazionale di predisporre una serie di proposte sulle quali sarà richiesto il confronto con gli Ordini locali. Tra queste: la revisione della disciplina delle incompatibilità, la riorganizzazione territoriale degli Ordini, la riformulazione delle procedure elettorali, gli interventi in materia di formazione professionale continua.

Sopra tutto il Presidente Miani ha comunque sottolineato l’importanza dell’unione per il raggiungimento di obiettivi utili alla professione, evidenziando la necessità che, al di là degli schieramenti avversari naturalmente creatisi in fase di competizione elettorale, sia ora il momento di puntare all’unità, come solo strumento con cui poter realmente conseguire gli obiettivi comuni.
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