11 agosto 2016

SOLIDORO, IL DEUS EX MACHINA DELLA TRAGEDIA AMA

Autore: EA
Non sarà proprio un dio dell’Olimpo, ma - almeno geograficamente - è calato dall’alto, irrompendo sulla scena di una tragedia ormai attardata per tentare di sbrogliare una trama che sembra senza via d’uscita.
Alessandro Solidoro, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano (oltre che vicepresidente della Fédération des Experts Comptables Européens a Bruxelles), appena indossati gli abiti di nuovo Amministratore Unico dell’AMA - l’azienda romana incaricata della raccolta dei rifiuti urbani - ha tuttavia ritenuto, per prima cosa, di dover tranquillizzare i vertici dell’azienda riguardo alla (certo legittima) preoccupazione fattasi strada all’indomani della sua nomina: “Non sono venuto per liquidare”, ha infatti precisato alla ventina di dirigenti che ha riunito in occasione della sua prima visita a Via Calderon de la Barca, sede dell’azienda capitolina.
Il sospetto che avesse invece ricevuto quella consegna era nato come diretta conseguenza delle competenze per cui il numero uno meneghino è conosciuto: Solidoro è difatti un esperto di fallimenti e procedure concorsuali e, dunque, il timore che l’azienda stesse ormai “capitolando” aveva provocato un certo sconcerto, in aggiunta forse anche al disappunto che a vegliarne l’agonia fosse stato chiamato un terapista del dolore del tutto avulso dal contesto di riferimento.
Chiarito il dubbio, quali siano ora le aspettative riposte nel suo intervento è un interrogativo che forse va rivolto non solo ai vertici dirigenziali ma anche a quei funzionari che, preposti ai rapporti con chi è impiegato nei ruoli operativi, sono in grado di registrare le sensazioni regnanti tra i dipendenti che vedono a rischio il proprio lavoro.
Che un commercialista milanese sia stato chiamato a sanare la crisi di un’azienda appartenente ad un’area geografica che non conosce non dovrebbe rappresentare un limite, considerandosi l’opportunità di dover valutare non la persona ma le sue competenze. E’ questa l’opinione che si raccoglie negli ambienti dirigenziali dell’AMA, dove, pur nella consapevolezza che Solidoro non sia certo un esperto nel campo della gestione dei rifiuti urbani, l’auspicio è che egli si dimostri prima di tutto un valido tecnico, dotato di quelle competenze strategico-organizzative che, in questo momento, rappresentano l’aspetto più deficitario dell’azienda e su cui urge intervenire.
Si apprende ancora che la situazione contabile dell’azienda (pur non essendo noti con certezza i numeri) è innegabilmente negativa; e diversamente non potrebbe essere, visto che l’AMA - da sempre - si occupa soltanto della raccolta e del trasporto dei rifiuti, non anche del loro smaltimento. La chiusura della discarica di Malagrotta, senza che fossero disponibili valide alternative, ha costretto l’Azienda a costosissimi trasporti verso impianti collocati in località anche molto lontane, specie al Nord d’Italia. Ad anni di politica pigra e miope, che non si è curata di dotare la più grande municipalizzata d’Europa degli strumenti necessari per completare l’intero ciclo dei rifiuti, è conseguito il dissesto non soltanto finanziario ma anche qualitativo del servizio offerto alla cittadinanza. I gravi ritardi delle ultime settimane nella raccolta dei rifiuti ne sono la prova: Roma negli ultimi tempi ha sempre più l’aspetto di una città sporca e trascurata, asilo di gabbiani e topi che rovistano tra le dune di rifiuti ammucchiati attorno ai cassonetti, e l’aria - complice la calura estiva - è resa irrespirabile dagli olezzanti effluvi di materia in decomposizione.
Si procede ‘a macchia di leopardo’: lì dove le richieste di interventi sono più urgenti, si attua la ‘bonifica’ di singoli quartieri, mano a mano che la disponibilità di spazi dove stoccare o lavorare i rifiuti lo consenta, lasciando purtroppo imperare altrove il degrado.
Come vivono questa (lunga) contingenza gli operatori ed i dipendenti impiegati nell’azienda è un altro degli interrogativi cui la nuova gestione dovrà dare quanto prima risposta e rassicurazioni.

Certo è che tra le “maestranze” dell’AMA serpeggia una notevole amarezza; sentirsi addossare, non sempre giustamente, tutte le colpe per il pessimo servizio non contribuisce alla necessaria serenità di un lavoro già di per sè considerato ingrato, e senza peraltro ricevere alcuna comprensione per essere anch’essi – insieme ai cittadini romani - vittime di scelte politiche non azzeccate.
L’impegno richiesto al nuovo Amministratore Unico è, con tutta evidenza, molto gravoso e richiede una dedizione pressoché totale, trattandosi di un compito che non potrà essere di certo gestito in maniera saltuaria o con l’attribuzione di ampie deleghe, a rischio di disperdere energie e visuali che debbono invece necessariamente restare compatte e concentrate.
Si tratterà, quindi, di un’ardua sfida per Solidoro che, sebbene a breve non sarà più gravato del mandato – ormai a termine - di Presidente dell’Ordine, dovrà comunque conciliare il nuovo incarico con l’attività del suo prestigioso studio in San Babila.
Che sia perciò un deus ex machina è una possibilità, ma che davvero riesca nell’intento è una speranza ancora da fondare.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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