25 novembre 2015
25 novembre 2015

15:46 - Allarme Confcommercio: "Illegalità costa 27 mld, a rischio 263mila posti"

L'illegalità costerà alle aziende italiane del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi in termini di perdite di fatturato, abusivismo, contraffazione e taccheggio 27,1 miliardi, una perdita pari al 7,1% del fatturato e che mette a rischio circa 263mila posti di lavoro regolari. E' quanto emerge dal rapporto di Confcommercio, realizzato con il supporto di Gfk Eurisko, sui fenomeni criminali che colpiscono le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti.

Il 32% degli imprenditori del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti ritiene che nel 2015 i livelli di sicurezza per la propria attività (furti, rapine, estorsioni e usura) siano peggiorati rispetto all'anno precedente, il 62% pensa che sono rimasti uguali, mentre appena il 6% li giudica migliorati. E' uno dei dati dell'indagine sulla criminalità che, a distanza di un anno, Confcommercio ha voluto replicare intervistando un campione di 6.872 imprenditori. I risultati alle domande sulle percezioni della criminalità, sulle esperienze dirette o di minacce o sulle loro reazioni a richieste estorsive, sono allarmanti: in particolare al sud il 38% degli intervistati rileva un peggioramento della propria situazione imprenditoriale rispetto all scorso anno.

Il 73% degli imprenditori italiani ritiene sia doveroso un inasprimento delle pene nei confronti di chi intralcia la propria attività e circa il 62% richiede una maggior protezione sul territorio da parte delle forze dell'ordine. E' quanto emerge dall'indagine della Confcommercio, realizzata con il supporto di Gfk Eurisko, sui fenomeni criminali che colpiscono le imprese italiane del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti. Tra le iniziative più efficaci per la sicurezza della propria azienda c'è quindi la certezza della pena con il 70% che si dichiara molto favorevole e il 24% abbastanza favorevole. Dati che rilevano come la quasi totalità degli intervistati sia d'accordo. Per quel che concerne, invece, il genere di misure cautelative prese nei confronti del racket e degli altri fenomeni criminali, il 76% degli intervistati (con punte del 95% fra i tabaccai e dell'89% fra i benzinai) ha preso almeno un'iniziativa, circa il 50% ha installato sul proprio luogo lavorativo telecamere e/o allarmi, il 36% si è assicurata, il 22% ha attivato la vigilanza privata e il 20% ha proceduto con la denuncia.
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