22 novembre 2023

Risparmi e investimenti, quali conseguenze hanno inflazione e tassi d’interesse

Autore: Valentina Vitale
Sono grandi le speranze delle famiglie in un tempo in cui è difficile arrivare a fine mese, i rincari hanno appesantito l’economia domestica e la maggior parte del nostro reddito è risucchiato dalle rate dei mutui fuori controllo, eppure ci sono dei buoni segnali. L’inflazione pur rimanendo alta offre spiragli positivi, i tassi di interesse sono in lieve rialzo ma potrebbero presto iniziare a scendere, tutte le società di rating hanno confermato giudizi positivi sull’andamento del debito pubblico italiano. Per chi risparmia questo potrebbe essere un momento propizio per investire i propri soldi, o almeno per difendere il proprio potere di acquisto.

L’ultima ricerca in ambito finanziario di Toluna, digital market research agency, pubblicata da “La Repubblica”, punta la lente d’ingrandimento sul portafoglio di investimenti degli italiani: nell’indagine vengono messi a confronto investitori e non, con uno speciale focus sui giovani che ancora non investono, sui gap di genere e cultura finanziaria. Ciò che emerge è che il principale freno agli investimenti per i non-investitori è la mancanza di cultura finanziaria (43%), a cui si aggiungono poi, la paura di perdere i propri risparmi (38%), l’ansia per l’incertezza dell’investimento (31%) e la ridotta disponibilità di denaro (34%). L’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce è stato visto dagli investitori italiani come un rischio (44%) e, purtroppo, solo chi si reputa “molto competente” lo ha valutato come un’opportunità (32%).

Inflazione e tassi d’interesse di ottobre – Gli ultimi dati pubblicati dall’Istat, mostrano che l’inflazione di ottobre è scesa in modo sorprendente sotto le aspettative al: +1,7% da +5,3 del mese precedente (dato che non si registrava da luglio 2021: +1,9%).

I tassi d’interesse, come pubblicato nel rapporto mensile da ABI del 15 novembre, continuano a essere in rialzo anche se lieve, mostrando ancora gli effetti della politica monetaria restrittiva avviata dalla BCE: il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) ad ottobre 2023 è il 3,57%, a settembre 2023 tale tasso era in Italia 3,56%. Ad ottobre 2023 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è aumentato allo 0,92% dallo 0,86% di settembre (0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente è cresciuto allo 0,51% dallo 0,47% di settembre. In crescita lieve a ottobre 2023, anche i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è stato il 4,37%, a settembre era il 4,21%. ll tasso medio sul totale dei prestiti è stato del 4,70%, a settembre era 4,61%.

Ma, considerato questo quadro, possiamo avanzare l’ipotesi che le Banche Centrali, con l’inflazione in diminuzione, potrebbero decidere a breve di ridurre i tassi di interesse per stimolare l’economia.

Gli investitori dovrebbero, quindi, valutare il rendimento delle obbligazioni in questo contesto, cercando opportunità che offrano un equilibrio tra rendimento e rischio. Obbligazioni governative e corporate di alta qualità potrebbero essere attraenti in un ambiente a tassi più bassi. A farlo notare è Kieran Curtis, Head of Emerging Market Local Currency Debt di abrdn: “Molti fra coloro che investono nei titoli di Stato direbbero che il momento ideale per ottenere extra rendimenti è dopo un picco dell’inflazione (che spinge al rialzo i rendimenti obbligazionari) quando poi ricomincia a calare. Un principio che si applica tanto ai titoli di Stato in valuta locale dei mercati emergenti (EM), quanto al debito emesso dai governi delle economie sviluppate. La situazione attuale rispecchia senza dubbio queste condizioni. L’inflazione nei mercati emergenti ha raggiunto il picco a gennaio, dopo l’aumento dei prezzi dell’energia a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, combinato con la contrazione dell’offerta nel post-pandemia, che ha fatto salire i prezzi a livelli che non si vedevano da circa due decenni. Il successivo calo dell’inflazione nei mercati emergenti quest’anno è stato altrettanto drastico e molte economie emergenti possono ora aspettarsi che l’inflazione torni ai livelli target delle banche centrali entro i prossimi sei mesi”.

Diversificazione e tempo - Insomma, come dobbiamo sfruttare questo momento così incerto?

Un’inflazione in calo potrebbe essere il risultato di politiche restrittive, ma anche di una domanda interna debole. O anche la combinazione di entrambi gli effetti come sta accadendo attualmente. Queste informazioni possono guidare la selezione degli investimenti in settori che beneficiano di condizioni economiche più stabili.

Esistono strumenti molto democratici per risparmiare, e non occorrono grandi cifre, è possibile farlo anche mettendo da parte 50 euro al mese. Le regole fondamentali sono però due: il tempo, ovvero dimensionare le scelte di investimento in funzione di ciò che abbiamo a disposizione e i nostri obiettivi. Ogni passaggio della vita deve avere risorse per affrontare quel momento e del fieno in cascina per i progetti e i desideri da realizzare nel futuro. E la diversificazione. Diversificare il portafogli equivale a non mettere tutte le uova nello stesso paniere. Vuol dire non limitarsi a comprare uno o pochi strumenti finanziari ma molti e diversi tra loro (ad esempio azioni o obbligazioni emesse da diverse società di più settori) o più attività (liquidità, obbligazioni, azioni, immobili). A parità di rendimento atteso, con la diversificazione si riducono i rischi, perché i rendimenti degli strumenti finanziari e delle diverse attività non si muovono sempre nella stessa direzione.

Fondi comuni di investimento - Ai risparmiatori con poca esperienza consigliamo i fondi comuni di investimento. I fondi comuni investono in titoli azionari e/o obbligazionari i risparmi di una moltitudine di individui, denominati sottoscrittori. A ogni sottoscrittore vengono assegnate una o più quote del fondo in funzione del capitale investito da ciascuno e del valore della quota nel giorno in cui il fondo viene acquistato. Il guadagno e la perdita del sottoscrittore del fondo comune di investimento dipendono dall’apprezzamento o deprezzamento del valore della quota. Secondo la classificazione di Fida Informatica esistono oltre 25.000 fondi comuni di investimento sottoscrivibili dai risparmiatori italiani (ovvero di cui è disponibile la classe “retail”). Le diverse tipologie di fondi, permettono di effettuare una scelta in linea con i propri obiettivi di investimento e con il proprio profilo di rischio. Alcune società specializzate nell’analisi dei fondi tra cui Morningstar e Quantalys offrono una classificazione in stelle dei fondi: maggiore è il numero di stelle (normalmente da 1 a 5) detenuto dal fondo, migliore è stato il comportamento di quel fondo rispetto ai fondi della stessa categoria.

Affidarsi sempre a un professionista finanziario - La regola di base per investire che dovrebbe valere sempre, sia che l’inflazione aumenti o diminuisca, è affidarsi ad un consulente professionista finanziario esperto. In un mondo finanziario in costante evoluzione, gli investitori devono essere pronti a regolare le proprie strategie in risposta ai cambiamenti economici senza farsi cogliere dall’euforia quando l’inflazione scende e neanche dall’ansia nei momenti di crisi. L’unica raccomandazione che possiamo darvi è avere pazienza e coraggio di aspettare anche nei periodi più neri. Nel tempo il mondo cresce, tra alti e bassi momentanei, questa è l’unica certezza alla quale affidarsi. Possiamo raccontarvi una storiella, quella di tre fratelli. Entrati tutti e tre nello stesso momento investendo 100 euro in fondi comuni di investimento, il più giovane Alberto sempre attento alle notizie del mondo appena si rende conto che le cose vanno male, sale l’inflazione e il carrello della spesa aumenta, decide di ritirare i soldi perdendo il 14,82% del capitale investito. Sua sorella Giulia, sempre in viaggio, essendo fuori dall’Italia per tre anni non si rende conto che le cose vanno male, quando ritorna in Italia suo fratello Alberto le racconta quanto successo, ma ormai sono passati degli anni e quando Giulia disinveste l’economia è di nuovo in salita e la perdita per lei è solo del 2,03%. Il terzo fratello Massimo, invece, ben suggerito da un consulente quando le cose si mettono male e l’inflazione si alza e anche i tassi d’interesse, invece che ritirare i soldi come suo fratello, decide di investire altre 100 euro, e così quando va a disinvestire i suoi soldi, dopo entrambi i suoi fratelli, trova un guadagno del +6,49% e il suo capitale è ben fruttato.

Cultura del risparmio - Vi diamo un consiglio, riappropriatevi della cultura del risparmio, che apparteneva ai nostri genitori e nonni. Non sappiamo quanto vivremo e quanto dovremo sostenere i nostri figli e nipoti, ciò che sappiamo è che la modalità di vita è cambiata rispetto al passato e dobbiamo pensare al presente prossimo ma anche a un futuro molto più lungo. Il risparmio, l’idea di risparmiare qualcosa, deve alimentare la nostra vita ogni singolo giorno.
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