14 ottobre 2023

Stretta creditizia tradizionale per l’accesso al credito

Nascono alternative al sistema tradizionale con consulenti che fanno da ponte in un’azione congiunta di consulenza e strutturazione di strumenti di finanza alternativa

Autore: Cinzia De Stefanis
L’accesso al credito è un problema o no nel nostro Paese? Le piccole e medie imprese sono adeguatamente supportate dai canali creditizi cd. “tradizionali”?

Le forme tradizionali del credito sono o non sono abbastanza da consentire alle Pmi di affrontare le proprie sfide per la crescita e lo sviluppo? Gli strumenti di “Private Debt” (cd. “credito privato”) sono opportunità per ottenere risorse finanziarie al fine di supportare i piani di crescita e di investimento delle Pmi? Gli strumenti complementari al credito bancario tradizionale, che beneficiano della partecipazione di investitori privati, danno maggiore impulso alla ricerca di liquidità da parte delle Pmi?

A queste domande cercheremo di dare risposta nell’articolo di approfondimento che segue.

Se nel passato gli istituti di credito rappresentavano il perno per la crescita economico-finanziaria delle Pmi, negli ultimi anni la forte stretta creditizia applicata ne ha eroso sensibilmente lo sviluppo economico.

Dunque, possiamo affermare che non sia un periodo felice per le imprese italiane nel rapporto banca e impresa tradizionale.

Una regolamentazione bancaria più stringente e processi di consolidamento hanno messo a dura prova il modello bancario tradizionale e favorito - a livello globale - la nascita di canali di finanziamento alternativi come ad esempio il peer-to-peer lending, l’equity crowdfunding e la quotazione AIM (acronimo di Alternative Investment Market).

A fare da ponte nel sistema tradizionale banca e impresa, vi sono operatori che forniscono un’azione definibile come congiunta di consulenza e strutturazione di strumenti di finanza alternativa, quali direct lending, minibond, instant lending, private e public equity.

Inoltre, è importante evidenziare come la pandemia abbia in qualche modo accelerato la conoscenza e la diffusione della fintech, rendendolo una opportunità concreta, accessibile e vantaggiosa.

Possiamo, dunque affermare che vi sia in atto una “ridefinizione della catena del capitale”, attivata e sostenuta dalla tecnologia.

Da un lato, abbiamo gli investitori specializzati sul credito a lungo termine e dall’altro, le Pmi in cerca di finanza per la crescita. “Finitech” è un nuovo canale e strumento di innovazione messo a disposizione per dare maggiore efficienza alle imprese, per crescere, guadagnare e liberare risorse.

Anche nei servizi come l’anticipo fatture, i pagamenti internazionali, gli incassi, da sempre tipici del sistema bancario, si stanno affermando offerte digitali più flessibili, veloci e spesso anche più economiche per le imprese. Sia che si parli di debito che di capitale di rischio, a essere premiate saranno le imprese che sapranno abbracciare questi cambiamenti, affidandosi ad una consulenza qualificata per cogliere al meglio le opportunità del mercato dei capitali e per la selezione delle migliori soluzioni fintech disponibili.
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