Voluntary disclosure e controlli GdF

Con la Circolare n. 1037/INCC, disponibile sul sito istituzionale, il Comando Generale della Guardia di Finanza ha diramato le direttive destinate ai Reparti operativi, impegnati nell’attività di contrasto all’evasione fiscale, con specifico riferimento ai soggetti che hanno aderito alla c.d. “voluntary disclosure”. Ci si riferisce, più in dettaglio, ai soggetti che hanno presentato istanza per l’accesso alla collaborazione volontaria introdotta dalla Legge 15 dicembre 2014, n. 186, la quale ha integrato il D.L. n. 167/1990, convertito dalla Legge n. 227/1990, che contiene la disciplina sul monitoraggio fiscale.
Con proprio comunicato stampa diramato in questi giorni lo stesso Comando Generale ha fornito opportuni chiarimenti in risposta ad alcuni interventi apparsi sulla stampa nazionale che ventilavano una sorta di campagna ispettiva in atto da parte della Guardia di Finanza proprio nei confronti dei soggetti che avevano aderito alla procedura collaborativa, per la contestazione delle “prodromiche” violazioni alla normativa valutaria.
Nel proprio comunicato, i vertici del Corpo confermano quanto già affermato da questa rivista sul tema in questione1, ossia l’inesistenza di disposizioni impartite dagli stessi su attività ispettive di tal sorta; si rendono, infatti, tuttora applicabili le direttive contenute nella richiamata Circolare operativa, che sarà oggetto di commento nel presente approfondimento.