Dopo l’unanime approvazione in Senato dell’emendamento per abolire il tetto di 240 mila euro annui per i dirigenti pubblici, i partiti sono ricorsi alla presentazione di emendamenti soppressivi della nuova norma, giudicata inopportuna, da quanto trapela, sia dal premier Draghi sia dal presidente della Repubblica Matterella. Inizialmente l’ipotesi era quella di votare alla Camera l’ordine del giorno sulla cancellazione dell’addio al tetto, che sarebbe poi stato ripristinato dall’esecutivo nel decreto Aiuti-ter, nel fine settimana.
L’emendamento però sarà invece votato domani alla Camera, mentre il decreto Aiuti-bis tornerà in Senato il 20 di settembre. Uno slittamento in terza lettura del decreto, che però non modificherebbe, nelle intenzioni del governo, il calendario del nuovo decreto Aiuti, il terzo. Questo potrebbe arrivare al consiglio dei ministri già domani sera, previo via libera alla Camera all’aggiustamento di bilancio. Il nuovo decreto conterà comunque poche proroghe e ampliamenti di misure già introdotte, proprio con questo secondo decreto Aiuti.
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