4 marzo 2024

Blocco del conto corrente: cosa fare in caso di morte di un parente diretto

Autore: Antonio Tursi
Sfortunatamente quando subiamo la perdita di un parente diretto dobbiamo farci forza per poter far fronte, oltre che al dolore, anche a molteplici adempimenti da compiere, uno di questi è proprio il blocco del conto corrente del defunto, che è stabilito dalla normativa e che non può essere eluso. Per evitare questo procedimento possiamo aprire, in tempi non sospetti, un conto corrente cointestato con firma disgiunta oppure avere la delega per la gestione del conto.

Come evitare il blocco del conto corrente – Avere una procura speciale o generale, consente di operare sul conto corrente anche dopo la morte del titolare. Ma dopo la morte di un familiare, è necessario che gli eredi adempiano a una serie di obblighi.

Come prima azione, si deve presentare la dichiarazione di successione, e gli eredi devono accettare o rifiutare l’eredità. È utile ricordare che per poter presentare la dichiarazione di successione, bisogna conoscere l’intero patrimonio del defunto, inclusi conti correnti, libretti di risparmio, titoli e polizze assicurative.

Appena si viene a conoscenza di tutte queste informazioni, si può inviare una richiesta di verifica dell’esistenza di conti correnti alla banca di riferimento. A questa richiesta bisognerà allegare una serie di documenti:
  • il certificato originale di morte;
  • una copia del documento di identità dell’erede;
  • un’autocertificazione che attesti l’identità degli eredi, il grado di parentela con il defunto e la natura testamentaria della successione.
Precisiamo che alla morte del titolare, la procedura della banca prevede il blocco del conto corrente per prevenire transazioni non autorizzate, in attesa della produzione dell’atto di notorietà degli eredi e della dichiarazione di successione.

Come sbloccare il conto corrente del titolare defunto – Abbiamo descritto precedentemente i casi di sblocco del conto corrente attraverso il conto cointestato oppure attraverso una delega o una procura speciale o generale per la gestione del conto corrente. Ma ci sono anche altri casi in cui la dichiarazione di successione non è un obbligo e si può procedere con lo sblocco del conto corrente del defunto senza la necessità della successione. La dichiarazione di successione non è richiesta in particolare quando:
  • gli eredi sono limitati al coniuge e/o ai familiari in linea retta del defunto;
  • il valore complessivo dell’eredità è inferiore a 100.000 euro;
  • l’eredità non includa beni immobili o diritti reali immobiliari.
In queste circostanze, è sufficiente presentare un’autocertificazione e compilare il modulo specifico fornito dalla banca, corredato dal certificato di morte del familiare e dalla copia del documento di identità degli eredi. L’autocertificazione deve attestare la qualità di eredi e la conformità alle condizioni stabilite dalla legge per l’esenzione dalla presentazione della dichiarazione di successione presso l’Agenzia delle Entrate.

Dopo aver consegnato la documentazione alla banca, gli eredi possono esprimere la loro volontà sulla gestione del conto corrente, e decidere se mantenerlo attivo, subentrando nella gestione del defunto oppure rinunciare e chiudere il conto corrente, riscuotendo le somme in base alle quote ereditarie.

Nel caso di conto corrente cointestato, solo la quota del cointestatario defunto rientra nell’asse ereditario, e per la chiusura del conto è richiesto il consenso del cointestatario ancora in vita, pur restando il diritto degli eredi di rinunciare.
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