5 marzo 2024
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5 marzo 2024

La paghetta ai figli: c’è ma non si vede, oggi diventa digitale

Tra tecnologia e buon senso, la misura per una paghetta giusta

Autore: Antonio Tursi
Fare i genitori significa anche fare i conti con la famosa “paghetta”. Quanti soldi dare ai propri figli perché possano sentirsi tranquilli affinché non sia troppo e neanche troppo poco?

Da uno studio effettuato da uno dei principali gruppi bancari e assicurativi al mondo, su un campione di 12 mila clienti in 13 paesi, emergeva la chiara funzione pedagogica della “paghetta”: coloro che durante l’infanzia hanno ricevuto somme di denaro settimanali, da adulti hanno dimostrato di sapere gestire meglio le finanze a lungo termine.

Ma ora, con le nuove tecnologie e il futuro sempre più smart tutto cambia, e anche la vecchia paghetta diventa digitale. C’è un modo che consente ai ragazzi tra i 14 e i 17 anni, di gestire i loro risparmi direttamente da uno smartphone, costantemente monitorati dai propri genitori. È l’invenzione di Satispay, la start-up italiana dei pagamenti digitali, che apre ai minorenni questa nuova opportunità per, a loro detta, avvicinare “i nostri figli a una gestione più indipendente e responsabile del denaro”. Sarà davvero così? Analizziamo insieme di cosa si tratta e capiamone i vantaggi.

Come funziona l’app per la paghetta digitale – I primi paesi in cui si potrà usare l’app sono l’Italia, la Francia e il Lussemburgo: i nostri ragazzi potranno iniziare ad usare il contante digitale. Naturalmente la creazione degli account dovrà essere autorizzata dai genitori, che potranno anche richiedere una rendicontazione sempre digitale delle spese effettuate dai propri figli. All'interno dell'app, i ragazzi potranno tenere traccia delle proprie spese e grazie alla funzionalità “Risparmi”, creare dei salvadanai da alimentare con accantonamenti settimanali o cashback, iniziando a comprendere il valore dei piccoli importi risparmiati.

Con il portafoglio digitale, quindi, si crea un account autorizzato dai genitori o da un tutore legale, e i genitori iniziano a caricare il portafoglio digitale impostando un budget, per poi monitorare le uscite. Lo strumento è sicuro e semplifica la quotidianità. Tutto immediato, tracciato e senza costi.

Alberto Dalmasso, CEO e co-fondatore di Satispay ha commentato così: “Siamo contenti di poter presentare oggi questa novità perché risponde a un bisogno molto presente nella nostra community. Accompagnare i ragazzi nella scoperta degli strumenti digitali è di estrema importanza per promuoverne un utilizzo responsabile, anche per quanto riguarda i pagamenti e la gestione del denaro. La tecnologia può offrire enormi opportunità e Satispay vuole essere una porta di accesso a questo mondo anche per i più giovani, mettendo a loro disposizione uno strumento sicuro che, oltre a semplificare la loro quotidianità e la gestione della "paghetta", li avvicini a un percorso di consapevolezza rispetto al valore del denaro e come viene amministrato. Un aspetto chiave per il loro futuro".

Ma tecnologia a parte, quale cifra è moralmente accettabile, e per cosa dovrebbe essere spesa? E i nostri adolescenti di quanto denaro hanno bisogno?

Quanto vale oggi “la paghetta”? - Uno studio dell’Istituto Mario Negri e dell’Università Cattolica di Milano, ha stabilito che tra gli adolescenti la disponibilità di oltre 10 euro a settimana è associata a una maggiore probabilità di fumare, bere o giocare d’azzardo. La “paghetta”, quindi, aumenterebbe le probabilità di assumere comportamenti a rischio. Gli esperti dicono che i bambini cominciano ad acquisire la capacità di riconoscimento dei soldi attorno al sesto, settimo anno di vita, un’età in cui le competenze mentali sono ancora precarie e confuse, intrise di pensieri magici. Solo intorno ai 10-11 anni iniziano a capire il senso del denaro. Quindi secondo gli esperti, 5-8 euro alla settimana possono essere sufficienti fino a 12 anni, sui 16 si può alzare il tiro secondo buonsenso, maturità dei ragazzi e capacità economica.
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