4 aprile 2024

Superbonus, anche l’Europa vuole vederci chiaro

Previste ispezioni dirette su 60mila cantieri e sull’utilizzo fatto di 14 miliardi di euro del PNRR concessi per finanziare il 110%

Autore: Germano Longo
Da una parte il ministro dell’economia Giorgetti, alle prese con il Superbonus, una “voragine” che dal 2020 ad oggi ha ingoiato 200 miliardi di euro e di cui per capire l’entità del buco senza fondo è sufficiente ricordare che la finanziaria 2023 varata dal Governo si era assestata su 24 miliardi.

Ma dall’altra parte, come se non bastasse lo stop definitivo e totale a qualsiasi tipo e forma di sconto in fattura e cessione del credito, seguito da una frettolosa “retromarcia” per aver dimenticato di esonerare le zone colpite dai terremoti, sulla complicata faccenda del Superbonus ha deciso di accendere i riflettori anche Bruxelles, che proprio in queste ore ha messo in moto ben quattro istituzioni comunitarie (Corte dei Conti UE, Procura UE, Direzione Generale Affari Economici e finanziari della Commissione UE e l’ufficio UE per la lotta antifrode), da affiancare a Guardia di Finanza, Enea, Ministero dell’Ambiente e Ragioneria Generale dello Stato, per annunciare l’avvio di “un rigoroso piano di controllo sul Superbonus 110% italiano, concentrato sulle spese e sui risultati ottenuti attraverso ispezioni dirette su quasi 60mila cantieri”.

In pratica, con il nuovo decreto PNRR la Commissione UE ha deciso di vederci chiaro sui 14 miliardi stanziati dall’Enea (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile) per l’efficientamento energetico, a cui aggiungere altri 4 miliardi del Fondo complementare. “La norma del decreto – ha spiegato Fabrizio Penna, capo dipartimento PNRR del ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica - ha un obiettivo di semplificazione. Era necessario mettere insieme, in modo trasparente, tutti i controlli ai quali sono sottoposti gli interventi inclusi nella rendicontazione PNRR”.

La Componente 3 della missione 2 del PNRR finanzia l'efficientamento energetico degli edifici residenziali con 13,9 miliardi di euro attraverso il Super ecobonus, con l’obiettivo, entro la fine del 2025, di contribuire a ristrutturazione e riqualificazione energetica di 35,8 milioni di metri quadri.

“Abbiamo rendicontato per il PNRR – prosegue Giorgio Centurelli, direttore generale della direzione Gestione Finanziaria, monitoraggio, rendicontazione e controllo – gli interventi in linea con gli obiettivi del piano”. Ovvero quelli che possono essere considerati una ‘ristrutturazione profonda’, che deve migliorare di almeno due classi energetiche. “Inoltre, sono tutti interventi che non hanno avuto problemi di frodi e irregolarità, anche in base alle verifiche di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Sono stati espunti tutti quelli che erano interessati da indagini o erano stati oggetto di comunicazioni o di controlli o che presentavano elementi di pericolosità fiscale”.

Controlli che nel 2023 si sono tradotti in più di 60mila interventi, o detto in altro modo su circa 200mila appartamenti con un valore cumulato di superficie ristrutturata superiore a 17,5 milioni di metri quadri.

Tutto questo, come accennato, mentre cresce l’irritazione sempre meno nascosta del ministro Giorgetti verso tutto ciò che riguarda il Superbonus: “Il governo ha approvato un decreto in materia di bonus edilizi che elimina ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano: abbiamo eliminato la disposizione della remissione in bonis che avrebbe consentito fino al 15 ottobre le correzioni con il pagamento di minime sanzioni di tutte le comunicazioni già intervenute e previsto per tutte le nuove fattispecie una nuova comunicazione preventiva, quando si inizia il lavoro, in modo da avere un monitoraggio del fenomeno e non solo quando le fatture vengono caricate.
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