1 giugno 2018

Studi di settore: aumento dei ricavi dichiarati con il regime premiale

Autore: Devis Nucibella
A circa sette anni dalla sua introduzione, il regime premiale fa crescere i ricavi e i redditi dichiarati di chi, anche per adeguamento, vi rientra. È questa la conclusione che emerge dai dati presentati mercoledì scorso in un incontro dell’Agenzia delle Entrate con le associazioni di categoria.

Il confronto - Prendendo come riferimento il 2011, anno di esordio del regime premiale, nel 2016 i redditi medi dichiarati dai contribuenti che hanno avuto accesso al regime risultano cresciuti. Una stima statistica effettuata dalla Sose, inoltre, integra il dato positivo del 2016 attribuendo al regime premiale la capacità di aver determinato per gli stessi soggetti un incremento di 3,86 miliardi di euro di ricavi dichiarati e 2,13 miliardi di euro di redditi rispetto a quanto sarebbe stato registrato in assenza del regime.

I dati dichiarati nel 2016 - Sotto osservazione sono stati i dati dei contribuenti che nel 2016 hanno presentato uno studio di settore che prevede il regime premiale e che hanno dichiarato ricavi congrui e coerenti rispetto agli indicatori previsti per l’accesso al regime. Il reddito dichiarato da costoro è in crescita: dal 2011 al 2016, infatti, i redditi medi dichiarati sono passati da 49mila euro a 51mila. Un bilancio positivo è stato registrato anche dall’analisi statistica effettuata dalla Sose e presentata nello stesso incontro.

Ricerca - La ricerca è stata condotta con metodo “controfattuale”, mettendo cioè a confronto i risultati in termini di ricavi e redditi dichiarati dai soggetti che hanno goduto del regime premiale nel 2016 rispetto a quanto sarebbe stato dichiarato in assenza della norma. L’analisi distingue, in particolare, gli studi per cui il regime era già esistente nell’anno precedente e quelli per cui è stato introdotto per la prima volta nel 2016.

I risultati - Nel primo caso, tra i contribuenti risultati congrui e coerenti rispetto agli indicatori previsti, anche per effetto dell’adeguamento, si stima che in media i ricavi dichiarati siano stati superiori di 25.934 euro rispetto a quanto sarebbe stato riscontrato in assenza del regime premiale, mentre il maggior reddito “stimolato” dal regime ammonterebbe a 17 mila euro.

Incentivo - Il sistema premiale si è dimostrato un buon incentivo anche per gli studi di settore che ne hanno previsto l’applicazione solo nel 2016: mediamente, infatti, si riscontra un aumento di circa 25.934 euro di ricavi dichiarati e di circa 14.268 euro di reddito, sempre rispetto a quanto si stima sarebbe avvenuto in assenza del regime. A livello aggregato, conclude la ricerca, i maggiori ricavi dichiarati si attesterebbero quindi a oltre 3,86 miliardi di euro, per un maggior reddito di 2,13 miliardi di euro.

Esito - La lettura di tali dati mostra, seppur con un andamento decrescente, come gli importi di redditi e ricavi medi dichiarati dai contribuenti premiati sia talvolta addirittura maggiore del doppio di quello dei contribuenti che non hanno beneficiato del premiale. Tale dato aggregato, in prima analisi, sembrerebbe confermare l'efficacia delle politiche fiscali di spinta alla compliance dichiarativa attraverso il riconoscimento di premialità per i contribuenti più virtuosi.

Gli studi di settore coinvolti - In crescita anche il numero di studi di settore che contemplano il regime premiale. Si era partiti nel 2011 con 55 studi: anno dopo anno, il loro numero è progressivamente cresciuto, fino a triplicarsi con l’ultimo provvedimento del 9 giugno 2015, quando sono stati predisposti 157 studi. Ad aumentare di tre volte è stata, contestualmente, anche la platea dei contribuenti che possono potenzialmente accedere al regime, che dagli iniziali 605mila sono diventati oltre 2 milioni.

Provvedimento per il periodo d’imposta 2017 - Ultimo tassello in ordine di tempo è rappresentato dal provvedimento di prossima pubblicazione che individuerà gli studi di settore che accedono al regime premiale per il periodo d’imposta 2017. Visto l’addio degli studi di settore a partire dall’anno prossimo, questo sarà l’ultimo anno in cui si potrà accedere al benefico previsto per gli studi di settore. In tale disposizione verranno individuati, per il periodo di imposta 2017, i criteri di accesso al regime premiale in argomento.
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