24 marzo 2022

Cashback fiscale? Cambiare tutto per non cambiare niente

Nella trattativa sulla legge delega per la riforma fiscale si fa largo l’idea del cashback fiscale

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Una proposta che sarebbe già stata largamente accettata dalle forze di maggioranza e che prevederebbe l’erogazione direttamente sul conto corrente di quelle spese mediche e sociosanitarie detraibili, corrisposte attraverso l’ausilio di un metodo di pagamento elettronico.

Al momento non sarebbe possibile prevedere se per la traduzione pratica della misura è previsto l’utilizzo della stessa piattaforma di riferimento del 2020/2021 e nemmeno è chiaro se saranno i farmacisti a dover compilare le apposite procedure per la notifica all’Anagrafe Tributaria.

E non è nemmeno chiaro se sia lo stesso farmacista a doversi trasformare in un consulente fiscale capace di suggerire al cliente quali spese siano detraibili o meno in base all’inquadramento professionale dello stesso.

L’impressione è che una misura capace di spacciarsi come “semplificazione” sia in realtà un pretesto per portare a compimento il progetto per una Italia cashless, di cui proprio il M5S che oggi avanza la proposta di cui sopra si era fatto pioniere durante il Governo Conte I e Conte II.
Un progetto che aveva in sé l’idea di combattere l’evasione attraverso un più pervasivo sistema di tracciamento dei pagamenti elettronici e un massiccio disincentivo del contante. Una misura che alla prova dei fatti si è però rivelata irrisoria.

A scriverlo è proprio il MEF nella Relazione per orientare le azioni del governo volte a ridurre l’evasione fiscale derivante da omessa fatturazione.

Per il MEF, infatti, se è vero che con la pandemia è aumentato in maniera esponenziale l’uso di pagamenti elettronici anche e soprattutto in seguito alle restrizioni dovute alle misure di contenimento sanitario, risulta difficile stabilire se gli incentivi adottati per promuovere i pagamenti elettronici abbiano ridotto la propensione all’evasione, soprattutto nei settori in cui l’evasione sembra essere la regola.

Anzi, l’evidenza dei dati dimostra che gli incentivi non abbiano proprio funzionato.

Sembrerebbe che ci si trovi di fronte all’ennesimo tentativo di un’improvvisata lotta all’evasione fiscale attraverso un sistema di incentivi che sposteranno gli adempimenti da alcune categorie di professionisti ad altre con lo scopo di favorire i pagamenti elettronici in un determinato settore.

Nel mezzo, il contribuente a cui non cambierà sostanzialmente nulla.

La chiamano semplificazione.

Ma si tratta di cambiare nuovamente tutto per non cambiare niente.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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